Allarme occupazione

Fincantieri Riva Trigoso, Fiom: “In 8 anni dimezzati gli operai”

"Azienda di fronte agli investimenti pubblici ci chiede anche la cassa integrazione"

fincantieri riva trigoso, fremm carlo margottini

Sestri Levante. Quasi 300 dipendenti in meno e operai dimezzati in 8 anni. Sono i dati con cui la Fiom Cgil del Tigullio descrive la situazione dello stabilimento Fincantieri di Riva Trigoso. “A fine 2008 – ha spiegato Sergio Ghio – i dipendenti erano 952 di questi 602 operai gli altri impiegati, quadri e dirigenti, al primo gennaio 2016 si è scesi drasticamente a 672 dipendenti e di questi solo 366 operai”.

“I numeri evidenziano come lo stabilimento abbia drasticamente ridotto gli operai a favore delle ditte appaltatrici estere – ha continuato Ghio – e oggi di fronte agli investimenti pubblici ci chiede anche la cassa integrazione a partire dal 7 marzo. Una situazione paradossale”.

I sindacati hanno chiesto l’intervento della politica perché la Fincantieri, forte del 70% pubblico (Cassa Depositi e Prestiti e Ministero dell’Economia) “non può attenere 5 miliardi e 400 milioni per un grande piano navale e poi non assumere, non dare garanzie sul mantenimento del reparto Meccanica e chiedere la cassa integrazione per 35 lavoratori al cantiere di Riva che proprio nei giorni scorsi ha dato un troncone di nave di 95 metri al cantiere di Castellamare di Stabbia per colmare un vuoto produttivo in quel polo”.

L’impegno della Regione è “quello di sentire le parti – ha detto Rixi -. Al più presto chiederemo un incontro con la Fincantieri e in quella sede parleremo anche di
ditte appaltatrici in termini numerici e in gare d’appalto”.

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