Cronaca

Raffica di furti con spaccata nel Nord Italia, colpi a segno anche a Genova: 3 arresti

arresti torino

Torino. Nei mesi scorsi un gruppo di specialisti dei furti con spaccata hanno preso di mira istituti di credito di Liguria, Piemonte, Lombardia e Emilia Romagna.

Nel mirino, gli sportelli bancomat delle varie filiali che l’organizzazione criminale sventrava con tanto di fiamma ossidrica oppure ancorava con corde al proprio camion (o, in altrernativa, a furgoncini e fuoristrada, utilizzati precedentemente per sfondare le vetrine) sradicandoli dal proprio alloggiamento. Un modus operandi tutt’altro che discreto, ma che ha assicurato alla banda un successo ripetuto.

Ventiquattro i colpi accertati nelle quattro regioni del Nord, ma i furti messi a segno potrebbero essere molti di più. Le manette sono scattate per tre italiani che sono stati arrestati con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al furto e alla ricettazione. Si tratta di: Giacomo Argenta, 31enne di Carmagnola; Claudio Dellagaren, 44enne, sempre di Carmagnola; Domenico Salvatore Misiti, 53 anni, di Ceresole d’Alba.

Tre complici sono stati identificati ma non ancora arrestati. In Liguria hanno colpito ad Arenzano, in provincia di Genova, ai danni della Banca Popolare di Novara, e a Busalla alla filiale Unicredit. Si sta però indagando su alcuni furtio con spaccata messi a segno in provincia di Savona e dalle modalità simili.

“La banda – assicurano i carabinieri del Nucleo Investigativo di Torino che hanno portato a termine l’operazione – era composta da persone ben affiatate e coordinate, professionalmente organizzate e con il volto coperto in vario modo. Utilizzava due tecniche d’assalto alle casseforti bancomat: i ladri sfondavano le vetrate delle banche con camion, furgoni o fuoristrada rubati dopodiché ancoravano il bancomat all’automezzo con delle corde e lo sradicavano dal suo alloggiamento (il gruppo criminale ha provocato danni strutturali alle banche e a interi condomini per centinaia di migliaia di euro) oppure utilizzavano la fiamma ossidrica (o lancia termica). In tal caso, i ladri, dopo aver forzato con un palanchino una porta della filiale, accedevano ai locali ove si trovava il bancomat e qui, con l’impiego della fiamma ossidrica maneggiata da un esperto indossante un casco da motociclista, foravano la cassaforte all’altezza della maniglia d’apertura, praticando uno o tre fori, a distanze predeterminate e calcolate, a seconda della cassaforte”.

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