Genova. Si trova in viale Cembrano a Sturla la nuova sede del movimento di estrema destra Lealtà Azione che da ieri ufficialmente ha lasciato il locale-magazzino in via Serra a Genova che aveva affittato dai padri Scolopi otto mesi fa.
Il locale in questi mesi è stato più volte bersaglio di proteste antifasciste con scritte sulla porta, colla nel lucchetto fino all’ultimo episodio, quando il lucchetto è stato spaccato e qualcuno è entrato facendo nuove scritte antifasciste sui muri.
Compreso evidentemente che una sede in una zona troppo centrale non era una soluzione conveniente, la nuova sede, non ancora aperta ufficialmente, si trova in una zona piuttosto decentrata, è protetta da un cancello oltre che dalla porta di ferro ma soprattutto si trova non lontano dalle zone abitate e frequentate dai militanti genovesi del movimento di Stefano Del Miglio che il 13 aprile aveva portato a Nervi circa 250 teste rasate per un concerto nazi-rock.
Non lontano, in via Orlando, c’è la sede di Forza Nuova mentre Casapound resta al momento in via Montevideo nonostante gli avvocati dei proprietari e una parte degli inquilini stiano tentando di far rescindere il contratto, anche in questo caso soprattutto per le proteste e le ‘blindature’ a ogni corteo antifascista.
Dopo le lunghe polemiche seguite alla presenza del consigliere comunale Sergio Gambino con fascia tricolore alla commemorazione dei caduti di Salò organizzata proprio da Lealtà Azione, del movimento si è parlato in questi giorni a proposito della denuncia fatta dalla digos al responsabile genovese del movimento per aver postato sulla sua pagina fb alcune pesanti frasi antisemite. Alla denuncia della digos è seguita fra l’altro la querela da parte della Comunità ebraica genovese.
E proprio in seguito a quell’episodio Giacomo Traverso non è più il responsabile genovese del movimento. Scelta personale o destituzione? La seconda opzione appare quasi certa: evidentemente a Milano non è piaciuto finire sotto i riflettori mediatici per un episodio simile mentre il movimento persegue la via di ripulirsi almeno a livello di linguaggio e di facciata e di non ‘sgarrare’ per porsi come interlocutore e piazzare militanti all’interno di consiglio comunali e regionali, cosa che in Lombardia gli sta riuscendo piuttosto bene.