Fermento

Toti arrestato, Conte domani a Genova: “Una nuova Tangentopoli”. M5s già al lavoro per le elezioni

Iniziate le grandi manovre verso una nuova alleanza giallorossa, Tosi: "Anzitutto chiarezza sui programmi, per il candidato possibile modello Todde"

giuseppe conte piazza palermo

Genova. Nel campo progressista sono iniziate le grandi manovre. Il clamoroso arresto di Giovanni Toti – che oggi sarà interrogato nel primo pomeriggio a palazzo di giustizia, anche se probabilmente si avvarrà della facoltà di non rispondere – ha accelerato drasticamente la corsa alle prossime regionali. L’ipotesi di dimissioni anticipate, al di là del pressing continuo delle opposizioninon è ritenuta così lontana nonostante la fiducia ribadita dal centrodestra nei comunicati stampa.

Un passaggio importante avverrà domani, con la visita di Giuseppe Conte in Liguria. Il leader del Movimento 5 Stelle aveva in programma una doppia tappa a Ponente a tema amministrative (Sanremo e Albisola) ma, secondo quanto trapela dai pentastellati, verrà prima a Genova per incontrare gli esponenti locali ed elaborare una strategia per l’ipotesi del voto che ragionevolmente potrebbe concretizzarsi tra fine settembre e inizio ottobre, sempre che Toti decida di dimettersi nei prossimi giorni. Se lo facesse dopo, del resto, tutti avrebbero più tempo per organizzarsi.

L’ex premier ha commentato la vicenda sulle pagine della Stampa e non ha usato mezze parole: in Italia “si stanno creando le condizioni per una nuova diffusa Tangentopoli“. Per il presidente del M5s stiamo assistendo a “una degenerazione della classe dirigente: dalla Liguria alla Puglia, dal Piemonte alla Sicilia la politica” che “si lascia corrompere, incline alla compravendita dei voti e si rende permeabile alle infiltrazioni mafiose”. E sul caos Toti in particolare: “Sono ridicoli, come può rimanere al governo di una Regione un presidente agli arresti domiciliari? Che immagine diamo delle nostre istituzioni?“. A proposito cita altri casi analoghi, dalla ministra Daniela Santanchè alla candidatura di Vittorio Sgarbi.

Il primo nodo da sciogliere sarà quello delle alleanze, poi inevitabilmente bisognerà trovare la quadra sul candidato. “È una situazione da affrontare velocemente – sottolinea Fabio Tosi, capogruppo del M5s in Consiglio regionale -. L’alleanza col Pd? È uno dei tanti passaggi che faremo insieme a Conte. Ovvio che debbano esserci a priori linee programmatiche chiare, soprattutto sul tema della sanità, che è in una situazione disastrosa. E poi le infrastrutture, in Liguria sono arrivati miliardi di euro e dobbiamo chiederci come vengono spesi”. Eppure sul nodo delle infrastrutture i giallorossi non sono mai andati molto d’accordo, vedi la Gronda. “Non è proprio così – ribatte Tosi -. La diciamo in modo diverso ma siamo tutti della stessa idea“.

L’impressione, dunque, è che sul programma in qualche modo si possa trovare la quadra insieme al centrosinistra. Più difficile, semmai, convergere sul candidato, in fin dei conti lo stesso problema che avrebbe il centrodestra orfano di Toti. Il nome dell’ex ministro Andrea Orlando incombe sulla scena, ma i legami tra l’imprenditore Mauro Vianello (uno dei protagonisti dell’inchiesta insieme a Signorini e Spinelli) e alcuni esponenti centrali del partito riferibili alla sua corrente potrebbero suggerire di muoversi diversamente. “La figura del candidato sarà determinante, però – chiosa Fabio Tosise in Sardegna si è trovata la figura di Todde che andava bene a tutti perché ha avuto l’esperienza di governo, ci può stare anche qua”. Di certo non si darà la caccia a un altro ipotetico federatore civico come doveva essere Ferruccio Sansa: “A maggior ragione, vista la situazione, non c’è tempo per andare a cercare una persona fuori dal contesto politico“.

Insomma, la variegata galassia progressista è in fermento. Poche ore fa Gianni Pastorino, consigliere regionale di Linea Condivisa, ha rilanciato l’appello agli alleati: “Pensiamo sia necessario, da subito, un confronto serrato tra le forze politiche di sinistra, centrosinistra e progressiste per mettere in campo le miglior candidate e candidati e per delineare già da subito le necessità programmatiche per questa regione”. Da valutare anche il ruolo dei centristi, che potrebbero diventare l’ago della bilancia. Calenda ha invitato Toti a “trarre le conseguenze” parlando di “comportamento eticamente inaccettabile”, mentre Renzi ha ribadito il suo garantismo.

Ricordandosi sempre, tuttavia, che i conti non si fanno senza l’oste. Il pallino continua ad averlo in mano il centrodestra, che al momento conferma il pieno sostegno alla giunta guidata dal presidente ad interim Alessandro Piana. Ma le parole dell’avvocato Stefano Savi ieri hanno lasciato intendere che qualcosa potrebbe cambiare in caso di revoca degli arresti domiciliari. Il viceministro Edoardo Rixi, in un’intervista a Il Secolo XIX, si è smarcato dal toto-candidati spiegando che serve una figura completamente nuova. L’impressione è che i destini si decideranno a Roma tra i coordinatori regionali dei partiti. E le novità potrebbero arrivare presto.

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