Chiaroscuro

Turismo, bene il 25 aprile ma il “mega ponte” non riempie gli alberghi a Genova e in Riviera

Occupazione alta questo weekend, poi calo drastico: "Pesa il maltempo e gli italiani non vogliono spendere". Ma i segnali per l'estate sono incoraggianti

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Genova. Lo chiamavano spring break, 11 giorni di vacanza con 5 giorni di ferie. Oppure, in versione ridotta, una settimana di stacco tagliando solo 3 giornate lavorative. In ogni caso le aspettative sul mega ponte di primavera, che avrebbe dovuto congiungere il weekend del 25 aprile col 1° maggio, sono state parzialmente deluse per quanto riguarda gli albergatori genovesi, tanto in città quanto in riviera. Salvo dietrofront dell’ultimo minuto che però ad oggi sembrano piuttosto improbabili, complici le previsioni meteo piuttosto inclementi per i prossimi giorni.

Questa notte, in realtà, gli hotel saranno quasi sold out nel capoluogo. “Il weekend è molto buono, le strutture sono quasi tutte al completo anche se in vendita c’è ancora qualcosa – riferisce Laura Sailis, presidente di Federalberghi Genova -. Ci attesteremo intorno al 90% di occupazione delle camere, in qualche caso anche il 100%. Non ci possiamo lamentare, la città è piena di turisti che si fermano una sola giornata”. Così anche nel Tigullio, come spiega Aldo Werdin, presidente regionale di Federalberghi: “Oggi arriviamo all’80-85%, è come un weekend normale”.

Ma i segnali positivi si fermano qui. “È stato un ponte sprecato – sospira ancora Werdin – perché non c’è stata l’affluenza giusta. Col maltempo e il freddo non c’è voglia di mare. Il ponte del 25 aprile doveva essere di tre-quattro notti, ma in media ci attestiamo sul 60% di riempimento. Sicuramente domenica sera l’occupazione sarà bassa, il 1° maggio è pressoché inesistente”.

Situazione simile a Genova città: “Da domenica al 1° maggio prevediamo un calo drastico delle presenze, ad oggi riscontriamo il 40-50% di occupazione. Aumenterà un po’ il 2-3 maggio, ma non c’è paragone rispetto a questo weekend – spiega Sailis -. Tra i due ponti c’è una differenza notevole. In generale si sono abbassate le tariffe per incentivare le prenotazioni dell’ultimo minuto, ma quelle che abbiamo avuto finora sono state fatte perlopiù in anticipo. In verità ci aspettavamo numeri migliori, come era stato negli anni passati”.

Pesano le bizzarrie del meteo, dopo un ingannevole anticipo d’estate, ma anche la congiuntura economica non ancora favorevole. “Il 25 aprile è una festa italiana – ricorda il presidente di Federalberghi Liguria – però gli italiani in questo momento sono molto cauti sulle spese. Chi ha i soldi si muove ugualmente, ma la fascia media soffre, e lo vediamo anche nel Ponente ligure. Quindi si cerca anzitutto di accorciare i weekend, poi qualcuno si sposta sull’extra-alberghiero, che però non è in grado di fidelizzare i clienti”.

Questa settimana a Genova c’era il Myba Charter Show che ha richiamato molte persone del settore, quasi tutte straniere, che hanno contribuito a riempire le strutture. Per il resto i visitatori sono soprattutto italiani. “Forse è una questione di budget – ribadisce la collega genovese – oppure le persone avevano voglia di andar via e hanno scelto il primo ponte. All’inizio di maggio trarremo le somme di aprile, che per Genova è sempre stato forte, mentre finora è sembrato sottotono“.

Insomma, sebbene alla vigilia ci si attendesse il tutto esaurito, al momento l’alta stagione turistica in provincia di Genova non è ancora decollata. I segnali per l’estate, però, sono incoraggianti. “Le prenotazioni dall’estero arrivano copiose, più dell’anno scorso – riferisce Werdin dal suo punto di osservazione a Rapallo -. Abbiamo diversi svizzeri, sempre più francesi, gli americani stanno prenotando nonostante le elezioni, gli inglesi stanno aumentando. E poi Ungheria, Romania e Bulgaria sono in crescita continua. Già maggio promette bene, anche perché ci sarà il convegno dei giovani industriali che normalmente porta 1.500 accrediti”. Anche Sailis vede già “un po’ di movimento a maggio e giugno” per Genova. Potrebbe ripetersi dunque la dinamica del 2023, col turismo italiano in sordina e gli stranieri a compensare il calo regalando soddisfazioni agli operatori del settore.

“Penso che nel giro di qualche anno si normalizzerà di nuovo tutto – chiosa Werdin -. Da una parte la Liguria deve essere valorizzata come immagine e deve aumentare anche come standard, è l’obiettivo che ci prefiggiamo da un paio d’anni anche per differenziarsi da mete più economiche come l’Adriatico. Ma facendo così i prezzi aumentano e in un momento di crisi si sentono gli effetti negativi. La Liguria è talmente bella che può diventare una destinazione di élite, chiaramente non a prezzi irrisori”.

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