Modifiche

Metropolitana, la stazione Martinez sarà spostata. Skymetro appeso all’incognita dei costi

Cambia il progetto per eliminare l'interferenza con le officine ferroviarie, il Comune dovrà spendere fino a un milione per acquistare le aree. Fine lavori nel 2025, ma c'è l'incognita del secondo lotto

Metropolitana martinez

Genova. Cambia il progetto del prolungamento della metropolitana in piazza Martinez, nel cuore di San Fruttuoso. La nuova stazione non sorgerà all’altezza della scuola Marconi, ma circa 90 metri più a ponente, in modo da non intralciare la connessione tra i binari di Rfi e le officine ferroviarie di piazza Giusti, almeno per ora destinate a restare in funzione. Il traguardo per la fine dei lavori resta la fine del 2025, ma è tutto da capire il destino del secondo lotto (parcheggio d’interscambio e collegamento al ponte di Terralba) che ad oggi dispone dei finanziamenti ma non delle aree necessarie. Nel frattempo i tecnici di Tursi sono al lavoro per bandire la gara dello Skymetro da Brignole a Molassana, con un progetto da aggiornare per evitare il ponte obliquo a Sant’Agata e soprattutto con l’incognita dei finanziamenti a disposizione (398 milioni) che potrebbero non bastare.

Negli scorsi giorni il Comune ha affidato al Politecnico di Milano l’incarico di stimare il valore di mercato delle nuove aree che sarà necessario acquisire per realizzare la stazione Martinez, mentre all’Agenzia del Demanio è stato chiesto di produrre un parere di congruità. Secondo le prime ipotesi Tursi dovrà sborsare una cifra compresa tra 500mila euro e un milione di euro, oltre al milione di euro già versato alla società delle Ferrovie per il sedime relativo al primo lotto contemplato dal progetto originario. Da questo mosaico, come detto, resta escluso il tratto tra piazza Martinez e il ponte di Terralba, così come rimangono escluse tutte le altre aree per cui l’amministrazione si era impegnata ad attuare una “valorizzazione immobiliare”, anzitutto cambiandone la destinazione d’uso urbanistica.

Generica

Una variante necessaria per aggirare (quasi letteralmente) l’ostacolo delle officine ferroviarie. In origine Trenitalia doveva trasferirle a Savona: non a caso il progetto definitivo di Rina e Metropolitana Milanese, tenendo conto delle tempi previsti per l’operazione, indicava il 2026 come data di entrata in esercizio della linea. Poi, dopo tre anni di interlocuzioni tra azienda, Comune e sindacati, è stata raggiunta un’intesa per rendere compatibili il prolungamento della metropolitana e le attività di manutenzione sui treni. Ad oggi non è ancora chiaro quali siano le intenzioni future di Trenitalia, ma l’arretramento della stazione verso Brignole eliminerà ogni interferenza. La modifica, però, ha inciso inevitabilmente sui tempi dei lavori.

Metropolitana in piazza Martinez, il progetto della nuova stazione

Per i passeggeri non dovrebbe cambiare molto: il collegamento con piazza Martinez, dove avverrà l’interscambio con le linee bus collinari, rimarrà garantito da una passerella pedonale coperta e sopraelevata. La banchina sarà posta in mezzo ai binari e sarà collegata con un sovrappasso. Il progetto prevedeva anche un parco alberato, una piazzetta coperta con tettoie metalliche e un parcheggio d’interscambio da 135 posti, con entrata da via Giacometti. Ma lo spostamento della stazione potrebbe costringere a rivedere tutto l’assetto dell’area.

I lavori del prolungamento Brignole-Martinez erano stati aggiudicati alla fine del 2020 al consorzio Metrogenova composto da Conpat e da ReseArch (quest’ultima è la stessa azienda impegnata nello scolmatore del Bisagno, al centro di una complessa vicenda giudiziaria). Per questa tratta, che di fatto consiste in 500 metri di linea senza nessuno scavo, erano stati previsti 18 milioni per il primo lotto, mentre il secondo rientra nello stanziamento da 74 milioni che copre anche la prosecuzione verso Rivarolo.

Poco prima della stazione di Martinez dovrebbe diramarsi, secondo le ipotesi individuate dai progettisti, il binario di servizio che permetterà di collegare la linea esistente allo Skymetro, destinato a svilupparsi come tracciato indipendente. Dopo l’approvazione del progetto di fattibilità tecnico-economica in conferenza dei servizi a inizio marzo, ora la giunta Bucci vuole stringere i tempi per la gara, con l’obiettivo di affidare i lavori il prima possibile (il sindaco vorrebbe riuscirci entro giugno, ma i tempi appaiono strettissimi).

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Uno dei nodi da affrontare è quello dei costi: per ora a disposizione ci sono solo i 398 milioni concessi dal ministero, ma il conto quasi certamente sarà più alto, anche solo per i nuovi prezzari che porterebbero la cifra a 500 milioni e oltre. Nel frattempo Italferr e Systra Sotecni stanno affinando la variante per cui verosimilmente sarà necessario riaprire la procedura di Via in Regione. All’appello, poi, manca ancora il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici, che aveva mosso pesanti rilievi sulla documentazione presentata in origine. Sul fronte opposto il comitato degli oppositori si sta muovendo con gli avvocati dello studio Barabino con l’obiettivo di depositare il ricorso al Tar prima che venga pubblicato il bando di gara.

A ottobre, infine, scadono i termini per la nuova call ministeriale. “Stiamo ancora valutando quali progetti presentare”, spiega l’assessore alla Mobilità Matteo Campora. C’è molta carne al fuoco, probabilmente troppa: il prolungamento verso San Martino con due nuove stazioni (sotto viale Benedetto XV e via Mosso) per il quale si stimano tre anni di lavori e 240 milioni di euro, altre quattro stazioni verso Sampierdarena (Matitone, Villa Scassi, Montano e Fiumara) che costerebbe 556 milioni e sei anni di lavori, la seconda tranche dello Skymetro con le stazioni Ligorna, Green e Prato per circa 200 milioni. Inevitabile sarà individuare una priorità, che al momento è ancora al vaglio di Tursi.

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