Genova. “Andremo a bussare ad ogni portone“. Si è chiuso con questa promessa l’incontro pubblico organizzato dal comitato Opposizione Skymetro – Valbisagno Sostenibile che sta ufficialmente preparando il ricorso al Tar contro la metropolitana sopraelevata in Valbisagno. Circa 150 persone hanno affollato lunedì sera i locali della parrocchia dei Diecimila Martiri Crocifissi in via Canevari, nel quartiere dove l’impatto urbanistico dell’opera si annuncia più pesante. E crescono le adesioni dei cittadini che sostengono la battaglia per fermarla.
Dopo il via libera della conferenza dei servizi al progetto di fattibilità economica ci sono 60 giorni di tempo per impugnare l’atto del Comune davanti al tribunale amministrativo. “I ricorsi vanno fatti adesso – spiega Vincenzo Cenzuales, presidente dell’associazione MobiGe e braccio destro del comitato -. Abbiamo raccolto 15mila euro, è abbastanza. Andranno bene o male? Non lo sappiamo, ma vanno fatti dobbiamo starci dietro”. In ogni caso “sarà uno sforzo bestiale”, sottolinea Rinaldo Mazzoni, uno dei punti di riferimento per il fronte degli oppositori.

L’iniziativa legale è stata affidata allo studio dell’avvocato Lorenzo Barabino, uno dei più noti amministrativisti genovesi. Due saranno le strategie da attuare in parallelo: da una parte cercare di scovare i possibili errori tecnici nel progetto e produrre contro-relazioni per confutare le conclusioni riportate nei documenti, dall’altra individuare gli eventuali inciampi a livello normativo. Un’attività che terrà impegnati nelle prossime settimane sia gli avvocati interpellati sia gli attivisti del comitato, tra cui figurano anche architetti e ingegneri.
Ma il ricorso non sarà l’unica occupazione. “Una delle strade per fermare l’opera è quella legale. L’altra è continuare a informare per far crescere la sensazione di schiacciamento che crea nei cittadini quando la conoscono”, precisa Cenzuales. Ad oggi sono circa 500 le persone che hanno aderito formalmente al comitato, circa 150 quelle coinvolte nella chat operativa. In prospettiva ci sono “nuove manifestazioni e cortei“, se si riuscirà a organizzarli, ma anche il coinvolgimento di università e ordini professionali. “E poi dobbiamo ricostruire i legami di comunità, che si fanno sui social ma anche parlando de visu. Stiamo funzionando bene, grazie a noi lo Skymetro è avvertito come un tema importante, ma non è ancora sufficiente. Abbiamo tanta strada da fare”.

Durante l’incontro gli esperti del comitato Vincenzo Cenzuales e Andrea Cavallo hanno fatto il punto sull’iter dell’opera e sui numerosi aspetti ritenuti critici: l’impatto urbanistico del viadotto a pochi metri dalle case, la distanza delle stazioni dai centri abitati e la mancanza di scale mobili come fattore respingente per anziani e disabili, l’impatto della rottura di carico a Brignole sui tempi di trasporto, il rumore e le vibrazioni anche sugli edifici scolastici, la riduzione delle frequenze dei bus, le conseguenze sulla salute dei cantieri. Tutti aspetti ormai ampiamente snocciolati e in buona parte evidenziati anche dai pareri dei vari organi tecnici che hanno imposto ben 25 prescrizioni sul progetto. Ancora una volta si è parlato di tram come possibile alternativa per il trasporto pubblico in Valbisagno.
Ad oggi il progetto avrebbe tutte le carte in regola per essere messo a gara, in modo da affidare i lavori entro qualche mese come spera di fare il sindaco Marco Bucci. Il Comune però attende ancora il parere finale del Consiglio superiore dei lavori pubblici, che non sarà vincolante ma difficilmente potrà essere ignorato. Ed è tutta da scrivere la variante sulla diramazione della linea a Brignole – quella che prevede il cambio di treno obbligatorio per evitare la esse sul torrente – che informalmente ha già ricevuto il benestare del ministero per bocca di Edoardo Rixi, ma che è del tutto assente dagli elaborati approvati in sede di procedura Via e conferenza dei servizi.
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