Potenziamento

Sanità, al via la formazione per gli infermieri di comunità: in Liguria ne servono almeno 500

Oltre al master universitario ogni Asl potrà avviare i corsi al proprio interno, Gratarola: "Avrà un ruolo fondamentale per identificare i soggetti più fragili"

infermiera

Genova. Un infermiere capace di gestire le complessità sanitarie e sociosanitarie: è l’infermiere di famiglia o comunità già presente sul nostro territorio in varie forme, ma che ora, grazie ad un provvedimento di giunta, si rafforza nel percorso di attuazione del piano sociosanitario e delle progettualità legate al Pnrr e soprattutto potrà essere formato direttamente dalle Asl.

“Nell’ultima giunta – dichiara l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola – abbiamo recepito le linee di indirizzo dell’infermiere di famiglia o Comunità di Agenas e abbiamo deliberato di avviare la formazione specifica per rafforzare questa figura in linea con quanto affermato dalla Conferenza delle Regioni. La figura dell’infermiere di famiglia o comunità è già presente sul nostro territorio, ma con questo provvedimento, che si muove nell’alveo dell’attuazione del piano sociosanitario Ligure e di altri provvedimenti, quale il rafforzamento dell’assistenza domiciliare integrata, finanziati dal Pnrr, viene potenziata e armonizzata.

“L’infermiere di famiglia o comunità – continua Gratarola – gioca un ruolo fondamentale nell’identificazione dei soggetti più fragili e funge da collegamento con i medici di medicina generale, è in grado interfacciarsi con tutti i nodi della rete assistenziale, di seguire il paziente anche nelle fasi di dimissione protetta, di attivare le reti che di volta in volta si rendono necessarie. L’infermiere quindi intercetta i bisogni dell’assistenza infermieristica, favorisce l’integrazione sanitaria e sociale e promuove corretti stili di vita. Presto il territorio subirà un mutamento profondo – prosegue l’assessore – per l’introduzione delle case di comunità, ma anche diventando esso stesso luogo di cura, attraverso processi di reale presa in carico della persona anziana come con il progetto Adi (assistenza domiciliare integrata) che nel 2025 consentirà di seguire ben 41mila liguri”.

Il decreto ministeriale 77/2022 sugli standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale ha previsto, all’interno delle case della comunità, questa figura definendone il numero: uno ogni 3mila abitanti. L’infermiere in questione ha già una comprovata esperienza alla quale seguirà una formazione specifica e la possibilità di perfezionarsi con un master. “Attualmente ne abbiamo già formati un centinaio e il fabbisogno ligure minimo, secondo gli standard ministeriali, è stimato in 500 infermieri che si prevede possano essere impiegati nei vari distretti – aggiunge Gratarola – A questi si dovranno aggiungere quelli delle case di comunità e degli altri servizi previsti”.

Attualmente presso il Dissal (dipartimento di Scienze della Salute) dell’Università di Genova è attivo il master universitario in assistenza infermieristica di famiglia e comunità che avrà avvio anche quest’anno, ma che con i numeri non riuscirà a soddisfare il fabbisogno previsto dalla normativa. Ogni azienda, quindi, può formare al proprio interno gli infermieri in tempi e modi che verranno stabiliti da delibere aziendali in costante contatto con Regione Liguria.

Al termine del corso l’infermiere riceverà da Regione Liguria un attestato regionale di formazione post-base in infermieristica di famiglia e comunità. Sarà cura delle singole Asl inviare l’elenco del personale che ha concluso questa formazione così da predisporre e aggiornare un elenco degli infermieri con questa formazione. Questo percorso è in grado di fornire al professionista le competenze necessarie e non preclude la possibilità di partecipare al master di assistenza infermieristica di famiglia e comunità.

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