Genova. Sarà un’ondata di gelo artico in piena regola, più intensa di quella arrivata all’inizio di gennaio, che farà crollare il termometro fino a toccare temperature prossime allo zero (o addirittura inferiori) non solo nell’entroterra, ma anche nei quartieri più alti di Genova. Questa irruzione dal sapore invernale, tuttavia, durerà appena il tempo di un piccolo assaggio: l’ingresso dell’aria fredda è atteso già nella mattinata di venerdì, raggiungerà il culmine nella tarda serata di sabato e già domenica cederà il passo in quota, per poi finire in pasto al famigerato anticiclone mediterraneo che ci riporterà indietro al “caldo” anomalo di questi giorni.
“In queste ore sui versanti marittimi della Liguria troviamo 9-10 gradi all’altitudine di 1.350 metri, che all’incirca è la quota di riferimento per il periodo invernale – spiega Daniele Laiosa, presidente dell’associazione Limet -. Sono valori pesantemente superiori alla media del periodo: ricordiamoci che, nelle bolle calde che hanno caratterizzato l’autunno e alcune fasi di questo inverno meteorologico, il grosso surplus calorico si è registrato in quota. A distanza di 24 ore avremo 3-4 gradi sottozero, mentre alcune zone del versante padano passeranno a -8 gradi, con una variazione negativa che localmente potrà raggiungere i 15 gradi”.
Questo notevole shock termico si farà notare soprattutto in Appennino, mentre sulla costa il passaggio non sarà così brusco. “Sul lato marittimo il grecale porterà comunque una sensazione di freddo, a pelle si avvertirà la differenza – prosegue Laiosa -. La colonnina di mercurio scenderà, ma non ci sarà un tonfo così marcato. Sulle riviere il soleggiamento e soprattutto la compressione creata dal vento da Nord-Est manterranno i valori massimi localmente anche a 10-12 gradi. Su Genova e Savona, invece, si attiverà il classico travaso padano e le massime scenderanno sotto le due cifre”.
Ma il clou sarà il 20 gennaio: “Sabato sarà una delle giornate più fredde della stagione – afferma il presidente di Limet -. Il gelo in quota rimarrà ma si trascinerà anche verso il suolo. In zone di montagna dovremmo scendere sotto i 10 gradi sottozero. Il vento settentrionale sulle riviere limiterà l’eccessiva perdita di calore, quindi le minime potrebbero portarsi sotto i 5 gradi solo nelle zone più riparate. Su Genovesato e Savonese orientale ci attendiamo valori più freddi, e dove c’è una componente altimetrica (ad esempio a Granarolo e in alcuni quartieri interni) le temperature potrebbero avvicinarsi allo zero o andare addirittura in negativo nella serata tra sabato e domenica. In ogni caso avremo valori a una cifra anche in pieno giorno”.
Dunque tanto freddo, con un disagio fisiologico che sarà acuito dal vento forte. Ma la neve? Anche stavolta gli appassionati della dama bianca in città dovranno mettersi il cuore in pace: “La massa d’aria umida e fredda che entra dalla porta della Bora arriverà sui contrafforti appenninici e potrà produrre nevicate tra il pomeriggio di domani e serata. Ma saranno fenomeni deboli, e comunque confinati ai versanti padani: quando si parla di neve a bassa quota ci si riferisce alla pianura, noi la vedremo sulle cime della Val d’Aveto, magari qualche fiocco nel Savonese, sulle Alpi Liguri e Marittime, localmente in qualche fondovalle se ci sarà qualche fenomeno che si prolungherà fino alle primissime ore di sabato. Poi però basta: sabato avremo una giornata molto fredda ma serena“.
Gli amanti dell’inverno non s’illudano: “Sarà una toccata e fuga, già domenica terminerà l’ondata fredda in quota – avverte Laiosa -. In Europa incalzerà di nuovo un anticiclone mediterraneo molto esteso che richiamerà ancora correnti molto miti su una parte del comparto mediterraneo centro-occidentale”. Le previsioni a medio termine fino a mercoledì-giovedì parlano di temperature in quota che toccheranno i 15 gradi a 1.650 metri su Francia e Spagna, addirittura 17 gradi intorno ai 1.700 metri in Andalusia. Cioè valori allarmanti.
“Per un singolo scampolo di freddo vero, che a gennaio ci potrebbe stare, veniamo poi puniti con l’ennesima testimonianza del riscaldamento globale, se ancora ce ne fosse bisogno. È un singolo episodio in un mare di anomalie positive. L’ondata di gelo così faticosamente costruita verrà subito demolita da un mostro anticiclonico”. D’altra parte, se è pur vero che gli episodi tipicamente invernali sono stati rari negli ultimi anni, “ci sono comunque segnali di controtendenza rispetto all’anno scorso, soprattutto se visti in chiave emisferica. Dal punto di vista precipitativo non c’è confronto e le incursioni fredde non sono bloccate come l’anno scorso. Chi aveva decretato game over già a dicembre – conclude il presidente di Limet – è stato smentito”.