Rivoluzione

Intelligenza artificiale, la Liguria finanzierà corsi di formazione per salvare i posti di lavoro

Approvato all'unanimità l'ordine del giorno del M5s: "Saremo pionieri in Italia". Secondo il report di Confartigianato il 23,5% dei nuovi assunti è a rischio

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Genova. La Regione Liguria utilizzerà risorse del bilancio per promuovere “interventi diretti a sostenere corsi di formazione professionale e di specializzazione, atti a creare nuove figure” e “implementare corsi di aggiornamento per favorire l’adattamento delle categorie professionali più a rischio alle nuove esigenze” dettate dall’intelligenza artificiale. Lo prevede un ordine del giorno presentato da Paolo Ugolini (M5s) e votato all’unanimità dal Consiglio regionale.

“Con il voto di questa sera in Consiglio regionale, la Liguria sarà pioniera in Italia per affrontare la sfida dell’intelligenza artificiale. Bene ha fatto il presidente della Repubblica Mattarella, quando ieri, per lo scambio di auguri con le alte cariche dello Stato, ha esortato la politica italiana a farsi garante di una corretta gestione delle tecnologie avanzate a garanzia dei cittadini per tutelare la vita di ciascuno di noi e la democrazia”, ha commentato il capogruppo Fabio Tosi.

“In pochi anni il mercato del lavoro verrà rivoluzionato dall’avvento e dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale e della robotica e ciò comporterà la necessità di ricollocare milioni di lavoratori esposti ai rischi occupazionali derivanti dall’automazione – si legge nelle premesse del documento -. Nei prossimi dieci anni, come evidenziato nello studio svolto dalla banca d’affari Goldman Sachs, si stima che almeno 300 milioni di lavoratori avranno necessità di avere competenze specifiche per una corretta ricollocazione nel mondo del lavoro e, come dichiarato dai creatori di OpenAI, due lavoratori su dieci vedranno rivoluzionati almeno metà dei loro compiti”.

Come riporta l’ordine del giorno, un recente report di Confartigianato sul tema prevede almeno 8 milioni e mezzo i posti di lavoro a rischio in Italia per l’avvento e la diffusione dell’intelligenza artificiale, non solo nei settori prettamente manuali, ma anche e soprattutto tra i cosiddetti “colletti bianchi”. Nel medesimo report vengono identificate anche le aree geografiche più a rischio quali Lombardia, con il 35,2% dei nuovi assunti che potrebbe perdere l’occupazione per via dell’intelligenza artificiale, il Lazio (32%), il Piemonte e la Valle d’Aosta (27%), la Campania (25,3%), l’ Emilia Romagna (23,8%) e la Liguria (23,5%).

Tra le nuove figure professionali legate alla rivoluzione in atto ci sono l’ingegnere dell’intelligenza artificiale, il machine learning specialist, il machine learning engineer, il cyber security analyst, il fintech business anlyst, l’artificial intelligence ethicist, il data scientist, lo specialista della trasformazione digitale e molte altre diventeranno indispensabili.

L’intelligenza artificiale “deve essere prima di tutto al servizio del cittadino e, grazie a regole precise e a figure correttamente formate, salvaguardare i lavoratori italiani, con riguardo particolare alle categorie più esposte come cassieri, bancari, operai, bibliotecari, impiegati di servizi postali, addetti alla logistica (per citare solo la punta dell’iceberg dei lavori interessati dal cambiamento). Categorie il cui contributo professionale rischia di scomparire prima di quanto si pensi, proprio perché superato dalla tecnologia”, aggiungono i consiglieri pentastellati.

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