Protesta

Sanità, venerdì sciopero dei lavoratori Asl 3 per tutto il giorno: “È l’unica risposta possibile”

Proclamato dal sindacato Fials: tra i punti sul tavolo assunzioni, stabilizzazioni dei precari e indennità di pronto soccorso

Generica

Genova. Per venerdì 21 luglio la Fials ha proclamato lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori di Asl 3 per l’intero servizio, con inizio dal primo turno della giornata e termine all’avvio del primo turno notturno che prenderà regolare servizio.

“Lo sciopero è oggi l’unica risposta seria, possibile, necessaria”, scrive il sindacato. Dieci i punti sul tavolo: assunzioni e stabilizzazione del personale precario, mensa e buoni pasto (7 euro e accesso a tutti compresi i turnisti e il turno notturno), risorse aggiuntive per la contrattazione aziendale, stato di agitazione tecnici della prevenzione e tecnici di laboratorio, pronta disponibilità, indennità di pronto soccorso, mobilità volontaria interna, relazioni sindacali,  chiarezza nelle buste paga, sanità pubblica universale gratuita.

“L’attuale sostanziale blocco alle assunzioni rende problematica la garanzia di erogazione dei servizi cui si aggiunge una politica unilaterale dell’azienda che rifiuta ogni confronto in materia di piani di assunzione – afferma la Fials -. Perfino il bando che consente la stabilizzazione del personale precario, promesso per giugno 2023, non è stato emesso e decine di lavoratori che ne hanno i requisiti e che hanno garantito i servizi durante il Covid vengono lasciati per strada. La posizione della direzione di Asl 3, inerente il presunto invalicabile tetto di spesa, risulta anacronistica e dannosa perché ha impedito, impedisce e limita fortemente perfino le assunzioni a tempo determinato necessarie a coprire i servizi anche in attesa degli esisti delle procedure concorsuali in corso. Si pretende di risolvere tutto con l’aumento insostenibile dei carichi di lavoro, con l’imposizione incontrollata del lavoro straordinario, con l’aumento gettonato dell’orario di lavoro spacciato per progetti obiettivo, di cui peraltro non esiste neppure una seria proposta operativa, e con discutibili e pericolosi interventi sull’organizzazione della pronta disponibilità”.

“Si negano corrette relazioni sindacali, sostituite da inconcludenti tavoli tecnici che rinviano sempre tutto ad altri tavoli (vedi gestione parossistica della vertenza in corso sui tecnici della prevenzione e Tslb che è oggetto di questo sciopero e altre vicende similari). Si omette sistematicamente la normale trasmissione contrattuale delle dovute informazioni previste dal Ccnl e risultano sistematicamente negate le procedure di confronto e di informazione preventiva previste dagli articoli 5 e 6 del vigente Ccnl – prosegue il sindacato -. La direzione continua a negare il diritto di mensa/ticket a gran parte dei lavoratori (turnisti), rifiuta di aggiornare il valore del buono pasto e mantiene in vita un regolamento mensa che risulta in palese violazione delle norme contrattuali mentre sulla stessa materia rifiuta di applicare perfino le sentenze della Corte di Cassazione. Una discutibile circolare aziendale obbliga in maniera secondo illecita i lavoratori a timbro preventivo delle pause come condizione d’obbligo per richiedere i buoni pasto”.

E ancora: “Di recente, contrariamente a quanto certificato dalle altre aziende liguri, si è giunti a negare l’esistenza di un pronto soccorso ostetrico e oculistico, della sala Dala e di una quota dei trasporti emergenziali con il risultato di tagliare i fondi necessari a garantire l’indennità prevista dal Ccnl. Ancora più marcata è l’esclusione dall’area dell’emergenza di tutte le strutture psichiatriche e in particolare degli Spdc come se in questa città non esistesse una emergenza psichiatrica che necessita di pronto soccorso. Si continua a mettere le mani unilateralmente negli orari e nei turni e si elude il confronto con i sindacati che è invece previsto dalle norme. La possibilità di ottenere fondi e risorse aggiuntive utili e necessari ai lavoratori per una credibile contrattazione aziendale è stata compromessa dalla scellerata scelta aziendale che ha privilegiato i contratti cococo oggi esclusi dagli incrementi dei fondi contrattuali. Il vulnus che si crea nei confronti delle aziende confinanti è pesantissimo, nell’ordine di milioni di euro di differenza. Da oltre sei mesi chiediamo, inascoltati, di colmare questa differenza artificiale garantendo ai lavoratori di Asl 3 risorse aggiuntive utilizzando le poste previste dal vigente Ccnl”.

“Manca in azienda una gestione trasparente, verificabile ed esigibile della gestione e del diritto alla mobilità volontaria. Nonostante il regolamento aziendale preveda bandi biennali, l’ultimo bando è del 2018 e le informazioni non vengono trasmesse alle organizzazioni sindacali neppure quando si tratta della semplice assegnazione dei nuovi assunti. Se la mobilità non è più un diritto ma diventa un favore vengono meno le più elementari regole del diritto: dignità, equità, trasparenza, pari opportunità, buona fede. Perfino le buste paga sono oggi, e da tempo, correlate di voci imprecise che rendono incomprensibile parte importante della retribuzione. Dobbiamo purtroppo constatare, dopo oltre 9 mesi di pazienti trattative/incontri, la sostanziale chiusura al dialogo e l’indisponibilità ad un serio confronto da parte della direzione di Asl 3”, conclude la Fials.

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