Roma. Non è stata solo Isabella Rauti a celebrare ieri la nascita del Movimento Sociale Italiano, fondato a Roma il 26 dicembre 1946. Mentre infuria la polemica sulla sottosegretaria alla Difesa, anche sul profilo Facebook del senatore ligure di Fratelli d’Italia Gianni Berrino, ex assessore della giunta Toti, campeggia un accorato omaggio alla vecchia “fiamma tricolore”.
L’immagine di un manifesto col simbolo del Msi e la data della fondazione e la semplice scritta “Buon compleanno MSI” compongono la celebrazione social di Berrino. Tra i numerosi mi piace anche quello di Simona Ferro, attuale assessora regionale in quota Fdi. Del resto la fiamma compare tuttora nel simbolo del partito di Giorgia Meloni, che mai ha voluto eliminarla in segno di continuità con le radici.
Gianni Berrino, eletto in Senato alle ultime elezioni, era già finito nella bufera per le foto sui social in cui mostrava una catenella con una croce celtica, poi oscurata nelle immagini pubblicate in seguito alla polemica. “La porto al collo da quarant’anni tra la medaglietta della Madonna e quella di Gesù Cristo”, aveva spiegato asserendo che non si trattasse di un simbolo fascista ma di un ricordo della militanza nel Msi.
“Onore ai fondatori e ai militanti missini”, ha scritto invece la figlia di Pino Rauti su Twitter, concludendo con una citazione letteraria da Tolkien: “Le radici profonde non gelano”. Inevitabili le polemiche e le accuse di richiamarsi a un’eredità neofascista. “La sottosegretaria alla difesa Isabella Rauti ha tolto anche l’ultimo velo di ipocrisia – ha scritto in una nota Federico Fornaro dell’ufficio di presidenza alla Camera del gruppo Pd -. Si è già dimenticata di aver giurato qualche settimana fa sulla costituzione italiana, vera grande eredità della resistenza antifascista. Quelle sono le radici di cui essere orgogliosi e da ricordare come democratici e come italiani. Sulla vicenda ci attendiamo parole chiare della presidente Meloni”.