Denuncia

“Mia figlia rapita e portata in Ecuador dalla madre, pm e Stato immobili”: la protesta a De Ferrari

Da 600 giorni Roberto Mogranzini non vede più sua figlia di otto anni: "Le ho tentate tutte, mi vergogno di essere italiano"

Genova. Da febbraio 2021 non vede più sua figlia Isabella, portata in Ecuador dalla madre nonostante un affidamento congiunto. È la storia di Roberto Mogranzini, maestro di scacchi perugino che oggi ha deciso di protestare insieme ai suoi avvocati in piazza De Ferrari, sotto il palazzo della Regione, per riaccendere i riflettori su un’odissea iniziata quasi due anni fa.

“Le ho tentate tutte – racconta Mogranzini -. Ci sono più procedimenti in corso, sia al tribunale dei minori sia al tribunale penale. Due mesi fa ho emesso una denuncia per sequestro di persona, denuncia per cui ancora non è stato nemmeno aperto un fascicolo nonostante i carabinieri l’abbiano inviata al tribunale dopo 3 giorni. I procedimenti in Italia non vanno avanti, in Ecuador non partono. Nessuno fa niente, lo Stato è completamente immobile. L’unica cosa che sanno dire è che hanno fatto tutto il possibile, ma io non parlo con mia figlia neanche per via telefonica”.

L’ex compagna di Mogranzini e madre della bambina, che oggi ha 8 anni, è Martha Lorena Fierro Baquero, ex console ecuadoriana a Genova ma anche gran maestra di scacchi. Proprio grazie a questa comune passione i due si erano conosciuti in Francia e avevano avuto una figlia insieme, prima di separarsi. L’8 febbraio 2021 Mogranzini è andato a prendere la figlia a scuola e ha scoperto che non c’era. La donna è stata accusata di avere lasciato l’Italia un anno fa portando con sé la figlia: per questo era stata denunciata per sottrazione internazionale di minore.

La madre dovrebbe andare a processo in Italia a giugno del 2023. Rischia per questo fino a 4 anni di reclusione e la perdita della potestà genitoriale (questo già il 2 maggio nell’udienza al Tribunale per i minorenni). A difendere Mogranzini sono Annamaria Bernardini Di Pace e Maurizio Mascia. “Mi sono assunto io tutte le spese legali, che vi lascio immaginare. Anche loro sono allibiti dalla lentezza delle indagini dei pm. Da 600 giorni non ho una risposta da nessuna istituzione. Da italiano mi sto vergognando – si sfoga il padre -. Mia figlia è nata in Italia, viveva a Genova, è sempre stata residente in Italia. Non capisco perché ci sia un trattamento così nei confronti di una minore che è cittadina italiana e merita di rivedere la sua famiglia”.

Mogranzini è anche partito per l’Ecuador per vedere la figlia, ma non ci è riuscito. “Sono andato con una scorta perché ho ricevuto minacce, ma non è stato possibile incontrarla. La mia ex compagna ha emesso una denuncia per maltrattamenti in Ecuador nei miei confronti, per cui non potevo avvicinarmi a lei. La situazione lì è molto pericolosa, si rischia la guerra civile. Sono pronto a tornarci, ma i tribunali devono garantire giustizia a mia figlia”.

Un team di avvocati assiste l’uomo anche in Ecuador, dove un tribunale si è già pronunciato sul caso: “Il primo giudice, che ha dichiarato che la bambina deve rimanere in Ecuador in questo momento ha 34 denunce per corruzione – racconta Mogranzini -. Questo è stato il mio trattamento in quel Paese. E non erano presenti né l’ambasciatore né il console a rappresentare lo Stato italiano. Continuo a vivere questo incubo in cui tutti sono completamente immobili“.

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