Tormentone

Psicosi Caravella portoghese, l’esperto: “Avvistamenti in Liguria? Possibili ma per ora niente di certo”

Il genovese Ferdinando Boero studia da anni meduse e simili: "Bisogna anche chiarire che l'eventuale contatto è molto doloroso ma nella maggior parte dei casi non fatale"

caravella portoghese

Genova. Non sono una novità nel Mediterraneo, soprattutto nel mare intorno alla Sicilia. Arrivano dall’Atlantico attraverso lo stretto di Gibilterra e trascinate dalle correnti galleggiano sulle coste del sud del Paese. Più raramente si spingono, sempre aiutate dalle correnti, fino al Tirreno – avvistamenti sono stati confermati negli anni in Sardegna o all’Isola d’Elba – e non è escluso che, con l’aumento della temperature, possano finire anche nelle acque del Mar Ligure.

Tuttavia fino a oggi non esistono riscontri scientifici sulla presenza in Liguria della Caravella portoghese, l’organismo marino (non è una medusa) diventato uno dei tormentoni dell’estate per la sua pericolosità: i filamenti lunghi diversi metri possono rilasciare un veleno potentissimo e – anche se raramente – letale.

Si è sentito parlare in modo generico di “aumento degli avvistamenti” dalle spiagge della nostra regione ma quelle che potrebbero essere segnalazioni, come il presunto caso di Chiavari, e di cui non esistono prove fotografiche né di altro tipo, restano tali. Per fortuna.

caravella portoghese

Lo conferma Arpal, che essendo capofila della Strategia Marina, si occupa anche di monitoraggio. “Non abbiamo visto nulla né ci sono arrivate segnalazioni”, spiegano dall’agenzia per l’ambiente.

E lo conferma Ferdinando Boero, genovese, già docente universitario e oggi alla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, uno fra i massimi esperti al mondo di meduse e di altri celenterati, “purtroppo la prova della presenza della Caravella portoghese nel mare spesso è il segno che lascia su chi la incontra, ferite molto evidenti, come ustioni, parziali paralisi e, come per la donna finita in rianimazione recentemente in Sicilia, un forte shock”.

Boero non esclude che esemplari di Physalia physalis possano trovarsi nel Mar Ligure. L’animale si comporta come un plancton, cioè non si muove attivamente ma viene spinta dalle corrente. “In base alle correnti e al riscaldamento dei mari è possibile – spiega – ma è importanti non lasciarsi andare a psicosi, confondere una Caravella portoghese con altre specie come la medusa Pelagia, il Polmone di Mare o la Velella, è difficile, ma la suggestione a volte…”. (sotto nell’immagine le tre diverse specie).

Generico luglio 2022

Un altro motivo per cui è importante non fare allarmismo è che il “tocco” della Caravella portoghese è sì dolorosissimo – “chi l’ha provato lo paragona all’ustione di un ferro da stiro sulla pelle”, racconta Boero – ma non sempre porta al ricovero o alla morte.

Spesso gli effetti più forti si esauriscono in un paio d’ore. “Resta il segno, quello sì, ma solo un caso di morte nel Mediterraneo nella storia, nel 2010 nella Sardegna meridionale, dovrebbe farci pensare a come porci nei confronti del problema”.

Se in Liguria la Caravella non è ancora una certezza, il discorso è diverso in Sicilia dove nelle community di surfisti si è sviluppata l’abitudine a segnalare gli esemplari avvistati.

Cosa fare in caso di incontro ravvicinato. In caso di contatto è importante innanzitutto mantenere la calma e cercare di uscire dall’acqua al più presto. Poi bisogna controllare di non avere pezzi di filamenti ancora sul corpo e lavare il corpo con l’acqua di mare: no all’acqua dolce perché lo shock può provocare lo scoppio di eventuali nematocisti residue e il rilascio di ulteriori tossine. No ad ammoniaca, aceto o urina. Nel caso ci si sentisse male è comunque consigliato chiamare il Nue 112 e ricevere assistenza medica.

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