Il processo

Scontri Corvetto, 45 manifestanti rinviati a giudizio: maxi processo al via il 5 ottobre

Respinto il patteggiamento chiesto da uno dei manifestanti e la messa alla prova chiesta da altri due.

Scontro a Corvetto e presidio questura comizio casapount antifascisti

Genova. Il gup Angela Nutini ha rinviato a giudizio 45 manifestanti antifascisti per gli scontri con la polizia avvenuti in piazza Corvetto il 23 maggio 2019.  Il processo comincerà il 5 ottobre davanti al primo collegio della prima sezione penale.

Dei 50 manifestanti indagati, uno  è risultato irreperibile, un altro (si tratta fra l’altro di uno dei due manifestanti arrestati quel giorno in piazza) aveva chiesto di patteggiare la pena di 6 mesi di reclusione ma il giudice ha respinto. Respinte anche due delle sei richieste di messe alla prova presentate da altrettanti manifestanti. Per quattro di loro invece la richiesta è stata accolta: dovranno risarcire in parte i poliziotti (cosiddetta ‘riparazione del danno’) e un programma di lavori socialmente utili ma eviteranno il processo.

I manifestanti sono accusati a vario titolo di resistenza, porto di oggetti atti a offendere, travisamento e lancio di oggetti pericolosi.

La protesta era stata organizzata contro il comizio di Casapound che era stato autorizzato in piazza Marsala, protetto da un ‘fortino’ di grate e circa 200 poliziotti in tenuta antisommossa. Oltre 2 mila persone avevano partecipato alla contromanifestazione organizzata fra gli altri da Anpi e Cgil sotto la Prefettura.

Una parte dei manifestanti si era poi diretta verso piazza Marsala lanciando oggetti contro lo schieramento di forze dell’ordine che avevano risposto con un fitto lancio di lacrimogeni e diverse cariche di alleggerimento. Nell’ambito degli scontri venne ferito in modo serio il giornalista Stefano Origone: per quell’episodio 4 poliziotti del reparto mobile sono stati condannati a 40 giorni di reclusione con la condizionale.

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