Genova. L’Ilva di Taranto metterà a partire dal prossimo 19 novembre 2 mila lavoratori in cassa integrazione. La misura sembra sia dovuta all’assenza di commesse per i grandi tubi determinata anche dalla situazione di incertezza produttiva in cui si trova l’azienda. L’intero polo occupa 11.850 dipendenti diretti più 2 mila nelle aziende dell’indotto. Gli ammortizzatori sociali dovrebbero durare 13 settimane e i reparti interessati sono quelli a freddo: tubificio e area impianti a freddo.
Su Genova però non dovrebbero esserci ripercussioni: “Ho avuto la notizia poco fa – dice Franco Grondona della Fiom – ma su Genova non ci saranno ripercussioni. Nell’accordo che abbiamo firmato a fine settembre in Confindustria – spiega Grondona – dopo l’estensione per altre 110 persone dei contratti di solidarietà, è stato stabilito che non l’azienda non avrebbe fatto ulteriormente ricorso agli ammortizzatori sociali”.
A seguito dell’incontro di questa mattina tra i sindacati e i vertici dell’Ilva, nella sede genovese di Confindustria, è stato raggiunto l’accordo per la proroga dei contratti di solidarietà per il 2013. Negli impianti a freddo di Cornigliano sono 954, su un totale di 1.760, i dipendenti in organico interessati dai contratti di solidarietà.
Il tutto però dipenderà anche dal futuro dello stabilimento di Taranto, in attesa della decisione del gip Patrizia Todisco che dovrà esprimersi (la decisione è attesa per domani) in merito al piano di investimenti per circa 400 milioni di euro presentato da Bruno Ferrante, presidente del gruppo siderurgico.