I dati

Pedopornografia e adescamento online, 40 persone indagate nel 2023 a Genova

I dati diffusi dalla Polizia Postale in occasione della giornata nazionale contro questa tipologia di reati. Che assumono nuove forme

Polizia postale e Liguria Digitale insieme nel Cyber Security Lab

Genova. Oltre cinquanta persone iscritte nel registro degli indagati per reati inerenti la pedopornografia e l’adescamento di minori online, 40 delle quali nella sola Genova.

In occasione della giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, che ricorre il 5 maggio, la Polizia Postale ha diffuso i dati utili a capire –  o quantomeno a intuire – la portata del fenomeno in Liguria, predisponendo anche un dossier dettagliato che riporta anche le principali minacce.

A livello nazionale nel corso del 2023 gli specialisti della Polizia Postale hanno analizzato quasi 29.000 siti, 2.800 dei quali inseriti nella black list di quelli che contengono rappresentazioni di sfruttamento sessuale di minori. Oltre 1.100 le persone identificate e denunciate per aver scaricato, condiviso e scambiato foto e video di abuso sessuale ai danni di minori. In aumento le estorsioni sessuali, e in lieve calo il fenomeno dell’adescamento online che riguarda però soprattutto la fascia di età 10-13 anni.

I dati locali riflettono, in proporzione, quelli nazionali: aumentano gli adescamenti di minori online e le cosiddette sexstortion, ovvero le richieste di denaro conseguenti all’invio di foto, da parte del minore, potenzialmente compromettenti. In questo quadro si intromette anche l’intelligenza artificiale generativa con i deepfake, purtroppo spesso utilizzati per ricreare immagini pedopornografiche da diffondere poi in rete. I deepfake sono infatti particolarmente insidiosi perché, partendo da contenuti reali (immagini e audio), riescono a modificare o ricreare, in modo estremamente realistico, le caratteristiche e i movimenti di un volto o di un corpo e a imitare fedelmente una determinata voce.

A questi fenomeni in preoccupante crescita si aggiungono fattispecie di reato relativamente nuove com il live streaming child abuse, che consiste nello sfruttamento sessuale di minori a distanza, on demand. Veri e propri abusi commissionati in chat, in tempo reale, solitamente facilitati da un altro adulto presente fisicamente vicino al minore, che lo costringe a compiere atti sessuali con adulti o con altri coetanei attraverso piattaforme dedicate. In questo modo, dietro il corrispettivo in denaro di somme piuttosto ridotte (anche 20-30 euro), si può comprare la possibilità di dirigere via webcam, in diretta, le violenze commesse su bambini che si trovano in Paesi dove la normativa non tutela adeguatamente i minori. Proprio questo reato è stato al centro di un’inchiesta condotta nel dicembre del 2023 dal personale del CNCPO e della Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Varese, che ha eseguito due misure cautelari nei confronti di un uomo e una donna ritenuti responsabili di aver commesso – dietro corrispettivo in denaro – sessioni live di abusi sessuali su minori

Sempre a dicembre risale un’altra inchiesta che si è allargata a tutto il territorio nazionale, Liguria compresa, coordinata dalla procura di Venezia. Condotta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Venezia e coordinata, anche sul piano internazionale, dal C.N.C.P.O., è scaturita dall’analisi dei dispositivi informatici sequestrati a un precedente indagato, tratto in arresto in flagranza nell’ottobre 2022, per detenzione di un massiccio quantitativo di materiale pedopornografico. Nel corso della successiva analisi forense è emerso che l’uomo era molto attivo sulla piattaforma Viber e iscritto a 42 gruppi e 247 canali dediti allo scambio di materiale realizzato anche con minori di 18 anni.

L’attività, condotta in modalità sotto copertura dal personale del COSC Veneto, ha consentito di identificare, oltre a numerosi utenti italiani, anche molteplici stranieri, riconducibili a 44 diversi Stati, per i quali il C.N.C.P.O. ha proceduto ad attivare i canali di cooperazione internazionale di polizia, tramite Europol, Interpol e Ameripol, con i quali è stata pianificata una Joint Action, alla quale hanno aderito diversi collaterali. Le perquisizioni hanno consentito di arrestare 28 soggetti e di denunciarne 24 in stato di libertà.

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