Iniziativa

Funivia del Lagaccio, Azione presenta una interrogazione parlamentare

"Solo a Genova si rilanciano sistemi difficilmente sostenibili economicamente e ambientalmente"

Funivia forte Begato, i rendering dei comitati
Foto d'archivio

Genova. “La funivia del Lagaccio non ha alcuna ricaduta positiva sulla città di Genova, sul suo sistema di trasporto pubblico, né sulla qualità della vita dei cittadini, che tra l’altro avrebbero una grande infrastruttura sopra i tetti delle loro case. Manca un confronto su informazioni tecniche, progettazioni, studi o atti formali da parte dell’amministrazione comunale e le alternative, e la Regione Liguria ha deciso di non avviare la valutazione di impatto ambientale. A Genova, con la dirigenza locale di Azione, abbiamo incontrato cittadini, associazioni e comitati locali che stanno lavorando per sottolineare l’assurdità di quest’opera.”

Dichiara il deputato di Azione Fabrizio Benzoni, che continua così: “Per Azione, la proposta condivisa con molte realtà è quella di optare per il rilancio di due sistemi di trasporto già presenti: la cremagliera di Granarolo e la funicolare del Righi. Su impulso della rete di Associazioni e Comitati abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere di sospendere il finanziamento dell’opera e optare per soluzioni più sostenibili per i cittadini, destinando l’ammontare a progetti alternativi per raggiungere il sistema dei forti genovesi quali per esempio il rilancio della cremagliera con il suo potenziamento oltre che ai servizi di autobus, per implementare, riqualificare e valorizzare l’insieme del trasporto pubblico.”

oncorde anche la consigliera comunale di Genova e segretaria di Azione Liguria Cristina Lodi: “Da subito abbiamo evidenziato come quest’opera fosse inutile e soprattutto dannosa. In tutti i Paesi europei, e non solo, avanzati sul trasporto pubblico vengono rilanciati e utilizzati tutti i mezzi di trasporto su orari e su ferro in linea con le indicazioni proprio dell’Europa stessa. Solo a Genova si rilanciano sistemi difficilmente sostenibili economicamente e ambientalmente. Rilanceremo fino alla fine le nostre proposte che sentiamo realistiche avendo fatto studi approfonditi anche andando ad ascoltare esperi del settore. Nessuno studio ha dimostrato che noi abbiamo torto.”

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