Genova. Ancora nulla di fatto dopo l’assemblea di Acciaierie d’Italia che resta aperta e sarebbe aggiornata all’11 dicembre, secondo quanto si apprende.
Il futuro dell’ex Ilva resta appeso alla speranza che si sblocchi qualcosa e si trovi un soluzione per reperire le risorse che servono per mandare avanti lo stabilimento. (qui il punto della situazione, in totale stallo e le preoccupazioni dei sindacati dello stabilimento di Genova).
Continua il braccio di ferro tra il socio privato Arcelor Mittal, che avrebbe presentato una memoria, e il socio pubblico Invitalia. I sindacati, in sciopero, invocano l’intervento del governo per salvare la più grande acciaieria d’Europa.
“La soluzione ottimale sarebbe che si costringesse ArcelorMittal a tirare fuori i soldi come ha fatto in tutte le altre realtà in Europa, con progetti di sviluppo importanti e attingendo anche ai fondi del Pnrr. Se non è così, è necessario un altro partner industriale”. ha detto oggi il segretario generale della Camera del lavoro di Genova Igor Magni, parlando a margine della presentazione del Fondo fotografico della Cgil genovese. “Spero che oggi si arrivi finalmente ad una decisione, ma la preoccupazione è alta – aveva aggiunto -. Di certo se non riusciremo a difendere la strategicità dell’acciaio, i posti di lavoro su Genova li difenderemo fino alla fine“. “La situazione oggi è drammatica – aveva aggiunto -, il lavoro è quasi nullo, gli impianti in uno stato disastroso, non ci sono più investimenti. Sarebbe gravissimo e drammatico far morire le acciaierie, per Genova vorrebbe dire un colpo durissimo, perché questa città non si può permettere di ridurre posti di lavoro”.