Genova. Sono ovunque. Tappezzano i muri dei palazzi e i cassonetti della spazzatura, semafori e pali della luce, cartelli stradali e monumenti, paline degli autobus e mappe turistiche. A Genova, come nel resto del mondo, è una vera è propria invasione di stickers. Un fenomeno non nuovo e che non riguarda solo i centri urbani (basti pensare alle croci di vetta in alta montagna) ma che è in continua crescita e che inizia a “dare fastidio”.
Tanto che, in nome della tutela del decoro, in consiglio comunale a Genova, martedì, sbarcherà una mozione proposta dal consigliere di maggioranza Paolo Gozzi (Vince Genova) che si propone di favorire un piano di contrasto alla proliferazione di adesivi sugli spazi pubblici cittadini.
Il consigliere Paolo Gozzi parla di “ultima frontiera del vandalismo e dell’inciviltà”, “fenomeno variegato, ma spesso riconducibile ad una concezione distorta e degradante del tifo e della rivalità calcistica cittadina”. Vero è che molti di questi stickers riportano i colori di Genoa, Sampdoria e altre squadre, ma spesso sono riconducibili a interessi più ampi, a orgoglio di quartiere, ambienti artistici underground, mondo dell’hip hop, locali notturni e così via. Gli adesivi sono di chiunque e per chiunque.
Per Gozzi, però, “tale usanza barbara” comporta “uno sfregio al decoro e alla delicata bellezza della città” e inoltre “si sommano gli evidenti disagi, causati alla cittadinanza, derivanti dall’inservibilità o dall’illeggibilità di informazioni essenziali quali orario dei mezzi pubblici o indicazioni stradali”.
La mozione che, salvo colpi di scena clamorosi, sarà approvata martedì impegna il sindaco e la giunta ad
“avviare un piano drastico e dettagliato di rimozione degli adesivi dai beni pubblici cittadini, con particolare ed urgente priorità a paline segnaletiche dei mezzi pubblici, targhe toponomastiche e cartellonistica stradale”.
Non solo. Si invocano controlli e sanzioni: “Il sindaco e la giunta si impegnino ad adottare ogni iniziativa utile alla repressione del fenomeno, intensificando i controlli mirati e l’utilizzo delle telecamere di videosorveglianza, valutando l’opportunità di intervenire anche a livello regolamentare e/o ordinatorio con specifiche previsioni normative e l’inasprimento di congrue sanzioni amministrative”.