Missione compiuta

Calcio, Serie C. Il genovese Luca Tabbiani porta alla salvezza il Fiorenzuola: “Ragazzi da 10 in pagella, con o senza i playoff”

Due annate da record per il tecnico genovese: "In Emilia c'è più professionalità, spero che si salvi la Lavagnese e che salga il Rapallo"

Generico aprile 2022

Fiorenzuola D’Arda. In questo comune in provincia di Piacenza, ricco di testimonianze di varie epoche storiche, lavora una vecchia conoscenza del calcio ligure: mister Luca Tabbiani, ex allenatore di Lavagnese, Vado e Savona.

Un classe 79′ ma con un bel bagaglio d’esperienza come calciatore, avendo giocato sempre tra cadetteria e Serie C. L’ultima avventura in Liguria è stata tra le fila bianconere, perché con il Genova Calcio non si può parlare di “trascorso”: pochi giorni dopo dalla firma con i biancorossi arriva la chiamata del Fiorenzuola e Tabbiani, di comune accordo con la società, si trasferisce fuori regione attratto da quella nuova sfida.

Il primo anno la sua squadra sfiora la C, posizionandosi al secondo posto, quello successivo, invece, la conquista in una stagione ricca di colpi di scena: i rossoneri riescono nel sorpasso all’Aglianese alla penultima giornata, che aveva perso contro il Prato, per poi chiudere definitivamente i giochi all’ultima sul campo del Sasso Marconi.

Era da 20 anni che il Fiorenzuola non partecipava ad un campionato professionistico, fino a che in terra emiliana non è arrivato un genovese con entusiasmo e competenza, confermandosi anche in terza serie.

Quest’anno erano visti come i “neopromossi” senza l’esperienza di categoria, ma il calcio non è una scienza esatta e, con un’altra stagione di spessore, è arrivato un risultato paragonabile alla vittoria dell’annata precedente: la salvezza con una giornata d’anticipo, che ha reso decisamente meno amara la rimonta subita a Vercelli.

Un gran bel percorso nel quale il tecnico genovese ha potuto fare un altro salto di categoria, potendolo raccontare con più tranquillità preparandosi alla sfida di domenica contro il Giana Erminio: playoff o no, la stagione è da incorniciare.

Mister, nonostante la sconfitta a Vercelli è arrivata una grande notizia per voi: siete salvi, è arrivata la matematica. Come sono le sue sensazioni e quelle del gruppo? Che campionato è stato e quali sono stati i momenti più importanti per il raggiungimento di questo traguardo?

Salvarsi al primo anno senza disputare i playout è qualcosa di importante, nonostante un po’ di rammarico per il risultato della scorsa partita che, se fosse stato positivo, ci avrebbe dato più possibilità di arrivare addirittura ai playoff.

Questo è stato il nostro sogno delle ultime settimane, ma sapevamo che sarebbe stato difficile raggiungerlo anche per il calendario impegnativo che avevamo. Però abbiamo fatto una grande stagione ed è giusto esultare. A dicembre abbiamo chiuso male l’anno solare, essendo anche in fatica fisicamente, ma senza mai perdere la nostra identità e il nostro obiettivo.

In questo sono stati molto bravi i ragazzi e, dopo tre sconfitte consecutive con Lecco, Trento e Triestina, abbiamo ottenuto un filotto di vittorie importante per poter raggiungere la salvezza”.

Si concluderà in casa la vostra stagione, contro il Giana Erminio. Sarà un’occasione importante per chiudere con una vittoria ma, in termini di voto, quanto darebbe ai suoi ragazzi nel complesso?

“Noi dobbiamo sperare che una tra Albinoleffe e Pro Patria possa perdere e, per andare ai playoff, ci serve una vittoria. Quindi domenica sarà una partita molto importante da giocare per non avere rimpianti o essere pronti a sfruttare l’occasione.

Nel complesso do un 10 alla squadra perché passare dalla Serie D alla Serie C non è affatto semplice. C’è tantissima differenza, un salto veramente grande e me ne rendo conto anche io, essendo il mio primo anno in questa categoria: la qualità dei giocatori è da professionisti e le partite rimangono sempre equilibrate fino alla fine.

All’inizio abbiamo faticato un po’, ma i ragazzi si sono messi sotto facendo tanta palestra per colmare il gap fisico con gli avversari, dimostrando di meritare questa salvezza nonostante i tanti esordienti, me compreso”.

Sicuramente non era facile affrontare questo campionato da neopromossi. Crede che l’esperienza del campionato precedente che vi abbia formato per poter lottare tra i professionisti?

“Quando vinci un campionato devi rimanere sempre concentrato, potendo sbagliare poche partite, mettendoti in testa una mentalità vincente: soffrire nei momenti di difficoltà, voler sempre cercare di raggiungere i tre punti.

Questo ci ha aiutato tantissimo, ma ancor di più l’umiltà dei ragazzi nel capire la diversità dei due campionati, dimostrando il loro valore andando a centrare il nostro obiettivo“.

Segui ancora i vari campionati liguri? Se sì, c’è una squadra che ti sta impressionando particolarmente, oppure deludendo?

“Assolutamente sì, tra Serie D ed Eccellenza seguo tutto avendo allenato tanti anni in Liguria.

La Lavagnese dovrà compiere una grande impresa per mantenere la categoria. Questo mi spiace molto perché ci lavorano Dagnino e Nucera, due persone che conosco, e mi auguro possano fare questo miracolo anche se la situazioni non è delle migliori.

Poi c’è la Sanremese che sta facendo un grande campionato, con un tecnico veramente preparato come Andreoletti, che già aveva fatto bene ad Inveruno e a volte mi capita di sentire al telefono.

Purtroppo rischiamo di perdere due squadre liguri, Lavagnese e Imperia, ed è un grande peccato: quando ho iniziato ad allenare in D eravamo in 9, ora molto meno.

Per quanto riguarda l’Eccellenza seguo il Rapallo, per via dell’amicizia con Mario Abatuccolo. Con l’arrivo di mister Podestà, spero possano riuscire a vincere il campionato anche se Fezzanese-Albenga-Campomorone sono tutte lì e servirà far propri gli scontri diretti“.

Per quanto riguarda la Serie A, pensa che il Genoa abbia le carte in regola per raggiungere un’impresa chiamata “salvezza”? E la Samp? Si sta “inguaiando” pure lei?

La Sampdoria credo riuscirà a salvarsi, ma il Genoa ha un brutto calendario nonostante il grande entusiasmo che ha portato Blessin.

In quei tanti pareggi si potevano vincere alcune partite con un po’ più di fortuna, che serve sempre in situazioni di questo tipo. Giocare a Marassi con lo stadio pieno può dare una grande mano, ma i punti di distacco iniziano ad essere tanti e le possibilità di restare in Serie A stanno diminuendo: lo scontro diretto con il Cagliari diventa cruciale, ma poi serviranno anche altri colpi con squadre di livello superiore.

Da genoano ci spero tanto ma, anche se dovessimo retrocedere, con lo stesso entusiasmo si potrebbe ricostruire un po’ tutto e ritornare più pronti nella stagione successiva”.

Torniamo a parlare più nel personale. Andare al Fiorenzuola può considerarla una vera e propria svolta per la sua carriera?

Direi proprio di sì. Ho trovato una società che voleva crescere lavorando molto sui giovani, facendo le cose per bene e dando sempre una mano senza essere messi mai in discussione.

L’anno scorso abbiamo vinto il campionato senza avere l’assillo di farlo, spaventandoci un po’ di una categoria diversa anche burocraticamente parlando. Nonostante la paura, la società ogni giorno era in sede a lavorare e sono riusciti a iscriverci, costruendo la squadra per fare la Serie C che abbiamo fatto.

Ho notato più professionalità in Emilia in Serie D rispetto alla Liguria. Non parlo di tutte le squadre, ovviamente, ma c’è un’arretratezza a livello di strutture, ma questo è per come è fatta la regione: avendo fatto il girone emiliano per due anni, ho notato che anche le squadre più piccole hanno dei campi molto buoni“. 

Lei è un allenatore molto giovane. Portandosi dietro il suo bagaglio di esperienze da giocatore, si reputa pronto per un ulteriore salto di qualità?

Aver giocato a calcio aiuta nella gestione del gruppo, permettendoti di capire le situazioni che si sono vissute dall’altra parte.

Io spero di poter arrivare sempre più in alto, come tutti quelli che lavorano in questo mondo: ogni anno ci giochiamo qualcosa, avendo la possibilità di andare in alto ma anche di tornare indietro.

La competitività è il fattore più bello di questo lavoro, migliorando sempre la propria posizione”.

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