Saldo negativo

Eni: nella sede di Genova sono 36 i posti di lavoro in meno, sindacati chiedono intervento politico

"Stiamo assistendo per l'ennesima volta a un impoverimento e a un depotenziamento delle professionalità e delle attività sul territorio genovese"

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Genova. “Crediamo che sia nostro dovere difendere Eni sul territorio e chiedere vero sviluppo per questa città. Genova deve ritornare al centro delle attività come è sempre stato, a garanzia di lavoro e dignità per i cittadini e i lavoratori che credono ancora in un futuro possibile”, cosi Filctem-Femca-Uiltec a margine dell’incontro avvenuto lo scorso 4 marzo con la linea risorse umane di Eni.

Le organizzazioni sindacali formalizzano la loro forte preoccupazione che, da tempo, accompagna l’azione sindacale rispetto alla continuità di Eni sul territorio genovese.

Nel 2021 l’azienda ha aderito al “contratto di espansione”. L’accordo nazionale ha visto la messa a riposo anticipata di 21 lavoratori della sede di Genova, ai quali si sono aggiunte altre 15 unità che hanno maturato i propri requisiti di pensione. Oggi il saldo su Genova è negativo: sono 36 i posti di lavoro in meno solo nella sede di piazza della Vittoria.

“Stiamo assistendo per l’ennesima volta a un impoverimento e a un depotenziamento delle professionalità e delle attività sul territorio genovese – spiegano i segretari Luca Cutrì, Filctem Cgil, Romeo Bregata, Femca Cisl ed Elisabetta Colli, Uiltec Uil Liguria – la situazione risulta ancora più allarmante se allarghiamo il ragionamento ai due depositi di Genova collocati a Pegli e a Calata Canzio, che rischiano, a seguito della riorganizzazione, la contrazione delle turnazioni e del numero dei dipendenti”.

“Al contrario, Filctem-Femca-Uiltec ritengono che Eni debba e possa fin da subito procedere all’assunzione di giovani che coprano tutte le posizioni attualmente vacanti e che possano acquisire una forte professionalità grazie alle risorse presenti – spiegano i sindacalisti – attualmente i lavoratori di Eni si sono fatti carico del lavoro straordinario pur di mantenere su Genova le attività che, diversamente, andrebbero altrove”.

Il sindacato chiede alla politica di partecipare attivamente per la difesa, il mantenimento e lo sviluppo di Eni sul territorio genovese e ligure. Questo anche per garantire al 100% la sostituzione dei lavoratori fuoriusciti e che si congederanno nei prossimi mesi, ben sapendo che Eni proporrà, a breve, un secondo esodo attraverso l’applicazione del contratto di espansione.

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