Explicit

Via Maddalena, Play Boy Gucci racconta un centro storico senza filtri e fa il botto sui social

"La mia musica non dà giudizi, questi sono i vicoli dove vivo", racconta il rapper. La sua canzone ha scatenato ironia, indignazione ma anche qualche riflessione sulla realtà dei "caruggi"

Generico febbraio 2022

Genova. Il pezzo “Godo godo via Maddalena” è uscito nei primi giorni di dicembre su youtube ma è soltanto nelle ultime 24 ore che ha iniziato a diffondersi considerevolmente attraverso i social, moltiplicando visite e condivisioni in maniera esponenziale. E’ apparso sulle chat della nostra redazione negli stessi istanti in cui sul palco di Sanremo, Massimo Ranieri, cantava tutt’altro tipo di amore.

Nel video di Via Maddalena il protagonista è un rapper, Play Boy Gucci (l’assonanza con il nome del sindaco di Genova probabilmente ha favorito la nascita del tormentone) che, in maniera decisamente poco edulcorata, racconta uno dei più noti quartieri del centro storico, un quartiere che da anni, decenni, lotta per uscire dal luogo comune di centro di spaccio, prostituzione, criminalità organizzata, degrado.

Play Boy Gucci si sofferma su un preciso aspetto fra quelli più critici della Maddalena, ovvero la prostituzione. Come sottolinea, come un mantra, la frase più ripetuta della canzone. Qui sotto il video, adatto ad un pubblico adulto:

Io canto quello che vedo, senza giudizi – ci spiega Play Boy Gucci, molto disponibile a raccontare la sua storia – vivo nel centro storico di Genova da cinque anni, a volte mi piace, a volte no, ma questa è la realtà”.

PBG ha 25 anni, proviene dal Camerun, si è trasferito in Italia nel 2018 e qui ha iniziato dapprima a proseguire la carriera che aveva intrapreso nel suo Paese, quella di ballerino. “Ma ho visto che ballare, a Genova, non serve a niente, allora mi sono messo a cantare”.

Fa rap in italiano, francese e inglese. Il suo riferimento principale è la drill – un particolare sottogenere della trap e quindi della cultura hip-hop – che come dice la stessa parola è una sorta di “trapanata”.

Chi fa drill racconta con toni forti un tipo di realtà spesso violenta, con un atteggiamento nichilistico o comunque molto realistico. La drill oggi è uno dei linguaggi principali della cultura musicale delle periferie.

Ma rispetto a tanti trapper, Play Boy Gucci ha una carica di autoironia non indifferente e lo si vede nel modo in cui risponde agli haters e su come reagisce, sorpreso, al polverone sollevato dalla sua “Via Maddalena”. “E’ solo una canzone, fran”, replica di fronte a chi si mostra indignato o, di contro, a chi lo innalza a eroe del centro storico.

Per lui, ciò che conta, è che sia condivisa e ascoltata il più possibile. Ma per qualcuno era necessario un testo shock come quello di Play Boy Gucci per portare a galla i problemi dei caruggi, per ribadire che c’è ancora tanto lavoro da fare per arrivare a quella riqualificazione di cui le amministrazioni locali, ieri come oggi, si sono fatte e fanno portatrici.

Magari, nei prossimi giorni, su “Godo godo via Maddalena” si scomoderanno sociologi, politologi, urbanisti. Eppure, per Play Boy Gucci, è solo una canzone.

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