Genova. Sacripantine, pandolce, biscotti del Lagaccio e canestrelli. È una mostra che racconta la storia di un’azienda, ma anche l’evoluzione di una tradizione dolciaria tutta genovese, quella allestita al palazzo della Borsa per celebrare i 170 anni della Preti, storico marchio fondato nel 1851 in via Caffaro e ancora oggi legato indissolubilmente alla città nonostante la crisi e il fallimento dichiarato nel 2015.
La mostra, intitolata “Preti, dal 1851 dolci specialità genovesi. Storia e leggende”, contiene documenti, foto e testimonianze del passato e del presente. Sarà liberamente visitabile fino al 20 novembre sarà liberamente visitabile e inquadrando un semplice QR-Code si potrà anche sfogliare la monografia “Se scrive Zena, si legge Preti” coi passaggi e i momenti chiave dell’azienda, testimonianze di liguri illustri come Antonio Ricci, Eraldo Pizzo, Claudio Onofri e Enrico Nicolini e Carla Signori, e molti altri documenti tratti dall’archivio storico.
A evitare la chiusura nel 2015 era stato anche l’intervento di Ligurcapital, società del gruppo regionale Filse che aveva sottoscritto una quota pari al 24,43% del capitale sociale della Preti 1851, nuova società che si era aggiudicata all’asta per 450mila euro ciò che era rimasto dell’antica dolciaria. L’imprenditrice Angela Gargani aveva investito personalmente e aveva deciso di rilevare il ramo d’azienda. Oggi l’azienda, che produce dagli anni Sessanta nello stabilimento di Sant’Olcese, esporta in tutta Italia e non solo, portando i dolci genovesi addirittura in Cina.
Il nome dell’azienda è legato soprattutto al Sacripante, inventato nel 1851 da Giovanni Preti nel laboratorio di piazza Portello. “La modalità di produrla non è mai cambiata, lo facciamo completamente a mano come si faceva allora – spiega Angela Gargani che oggi è amministratrice delegata -. Le altre produzioni certamente si sono agevolate dei macchinari industriali. Giovanni Preti quando è partito aveva un laboratorio di pasticceria, ora c’è un’industria. L’approccio coi genovesi è sempre lo stesso: continuare a seguire la produzione e tramandarla nel tempo”.
“È un pezzo della storia di Genova – commenta il sindaco Marco Bucci, intervenuto all’inaugurazione -. I dolci sono sempre stata una tradizione della nostra città anche grazie alle influenze culturali che abbiamo sempre avuto. Il pan di Spagna in realtà è stato inventato a Genova. Quest’azienda è un’esempio dell’imprenditorialità dei genovesi, un esempio di quello che si può fare per dare una ricaduta occupazionale alla città, esportando anche la nostra cultura”.