Genova. Un’immagine e poche righe: “SITUAZIONE DI STAMATTINA ALLE 9:00, PORTO DI GENOVA TUTTO BLOCCATO, FIUMI DI PERSONE CHE MANIFESTANO PACIFICAMENTE PER I DIRITTI DI TUTTI. NOI NON MOLLIAMO”. L’immagine è quella, sì, di un fiume di persone. Ma non si tratta del popolo no green pass bensì del milione di partecipanti alla street parade di Zurigo del 2018.
Il post è comparso sulla bacheca di una pagina Facebook chiamata “Camionisti Incazzati”. Una pagina che sembra essere quasi una presa in giro, l’opera di un troll, dello stile che assume talvolta, sui social, la protesta no green pass. O forse no. Il contenuto ad ogni modo non è stato letto con ironia dalle oltre 3000 persone che hanno condiviso il post.
In un momento estremamente delicato a livello sociale, con una forte componente di dissenso nei confronti degli obblighi governativi e delle politiche sanitarie, dissenso sfociato negli ultimi giorni anche in manifestazioni di violenza e disordini di piazza, è impressionante come sia facile per un gran numero di utenti del web, “cascare” nella rete delle fake news o, come in questo caso, di falsi contenuti.
Sarebbe bastato, anche per chi non abbia idea di come sia fatto il porto di Genova (non è un porto fluviale, ad esempio), fare una ricerca di quella immagine su Google. Oppure notare il nome e il profilo chiaramente falso della persona che ha postato il contenuto. O ancora, leggere alcuni dei commenti al post, molti dei quali svelano la “truffa”.
La pagina “Camionisti Incazzati” è nata a fine settembre e ha oltre 10mila iscritti. E’ aperta e tutti i post sono pubblici, in modo da poter essere “sharati” senza limiti. L’amministratore che ha postato il falso porto di Genova ha creato il proprio profilo il 7 ottobre, sostiene di essere nato a Codroipo, non ha una foto reale e si presenta con un nome inventato. Dovrebbe bastare a chiunque per evitare di condividere il post e alimentare confusione sul tema. Invece.