Problema

Edilizia, allarme Cna: “I rincari sulle materie prime mettono a rischio la ripartenza”

Secondo l'indagine nazionale di Cna il 55% delle imprese prevede una flessione della redditività

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Genova. “L’aumento dei prezzi delle materie prime rischia di rimettere in discussione la ripresa del settore edile che, grazie anche ai bonus, si stava riprendendo dopo anni di crisi”. Così la segretaria di Cna Genova, Barbara Banchero, a proposito della spirale di rincari delle materie prime e dei semilavorati che sta allarmando il settore manifatturiero. “L’aumento dei prezzi rischia di creare danni significativi soprattutto alle microimprese, che sono più esposte e con capacità limitate a far fronte, e avrà possibili ripercussioni negative anche sull’occupazione”.

A livello territoriale Cna Genova è impegnata a seguire la vicenda anche dal punto di vista dei rapporti con le istituzioni e le autorità, per trovare risposte rapide e condivise. “La situazione attuale con l’incremento ingiustificato dei prezzi dei materiali è per le piccole imprese ormai ingestibile. A tale proposito è stata costituita una sub commissione del Prezziario regionale delle opere edili proprio per affrontare il tema dei rincari eccezionali”, spiega Luca Bocca, presidente di Cna Costruzioni Genova. “Le piccole imprese – aggiunge Bocca – si trovano oggi in una situazione difficile, perché gli aumenti costanti delle materie prime a fronte di preventivi e contratti già firmati non rendono possibili i lavori. Auspichiamo possano esserci interventi da parte delle autorità in questo senso, anche perché, in caso contrario la maggioranza delle piccole imprese sarà costretta ad interrompere i lavori”.

A livello nazionale l’indagine condotta dall’ufficio studi della Cna – su un campione di circa mille tra micro e piccole imprese – ha dato come fotografia una contrazione della redditività per circa il 55% delle imprese (70% nella chimica), rallentamenti dell’attività per un’impresa su sei e cali di ordini e fatturato per un’attività su cinque (24,3% per le micro imprese e 10,9% per quelle con più di 10 addetti). Inoltre i rialzi delle materie prime potrebbero generare spinte inflazionistiche e mortificare la ripresa della domanda con riflessi negativi anche sull’occupazione. Le micro imprese sono le più esposte e con capacità molto limitate per adottare contromisure. I continui rincari e l’allungamento dei tempi di consegna rischiano di rendere insostenibili i preventivi accettati dalla clientela. Tra le contromisure il 67,8% del campione ha cercato di rinegoziare i preventivi proposti al cliente, quota che sale al 71% tra le imprese con oltre 10 dipendenti e supera l’87% nel settore della chimica. Per arginare i rincari un’impresa su tre è alla ricerca di nuovi fornitori, strategia adottata dal 40% delle imprese dell’elettronica e dal 36,8% della meccanica/automotive. Nel complesso le imprese di minori dimensioni devono scegliere tra la forte contrazione dei margini di profitto e la possibilità di perdere il cliente.

Il fenomeno dei rincari inoltre ha innescato una serie di difficoltà nel reperire i materiali con una preoccupante dilatazione dei tempi di consegna.

L’indagine si è focalizzata su un paniere di 28 materie prime e beni intermedi. Nei primi 5 mesi dell’anno gli aumenti sono piuttosto differenziati e oscillano dall’11% delle ceramiche al 50,2% del ferro rispetto alla media del 2019.

Ai metalli il primato dei rialzi: i laminati sono saliti del 45%, l’acciaio inox +37,1%, rame +31,4% e l’alluminio sfiora il 30%. Nel segmento del legname si segnalano il rincaro dell’abete pari al 39,4%, pino +32,5%, noce +25,9%.

Rialzi molto consistenti anche nelle plastiche con il polipropilene che supera il 30%, il Pvc segna un +22,8%. I semilavorati per la meccanica mostrano un aumento medio dei prezzi del 25,5% mentre più contenuta la componentistica elettronica che si attesta al 17,2%.

Le imprese valutano con preoccupazione anche l’allungamento dei tempi di consegna dei materiali che in media mostrano una dilatazione di 25 giorni con punte nella componentistica elettronica (40 giorni in più), polipropilene e poliuretano (33 giorni), laminati e reti metalliche 31 giorni. Slittamenti contenuti per coloranti e vernici (11 giorni), adesivi e sigillanti (17 giorni).

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