Sicurezza

Inchiesta sul Rina, il Codacons pubblica l’intercettazione choc: “Prove in mare finte, è interesse di tutti”

Il Codacons chiede il sequestro di tutte le imbarcazioni coinvolte nell'inchiesta sulle certificazioni falsificate. Il Rina: "Iniziativa temeraria"

Costa Concordia

Genova. Dopo quanto emerso nell’ambito dell’indagine della Procura di Genova su Rina (Registro navale italiano), con le certificazioni sulla sicurezza della navi da crociera che sarebbero state falsificate e aggiustate anche dopo stragi e incidenti navali gravissimi, scende in campo il Codacons, che chiede il blocco di tutte le imbarcazioni coinvolte nell’inchiesta della magistratura.

Le ultime rivelazioni sono quelle contenute negli atti di un’inchiesta partita dalla strage della torre piloti, pubblicati dal Fatto Quotidiano.  Secondo il pm Walter Cotugno la Jolly Nero, il cargo della compagnia Messina che ha abbattuto la torre, era partita con carte truccate e numerosi apparecchi guasti. Ma per gli investigatori sarebbe solo la punta dell’iceberg perché dalle intercettazioni emergerebbe un sistema collaudato per falsificare i certificati di sicurezza anche dopo gli incidenti navali.

Il Codacons ha pubblicato sul proprio sito anche l’audio di un’intercettazione telefonica (clicca qui per sentirla) in cui Cristina Porcelli, avvocato di Costa Crociere e Paolo Parodi, ispettore tecnico della compagnia, discutono della certificazione per la Costa Fascinosa. “La nave ce la possono consegnare con la boccola che si surriscalda e va male?”, chiede Porcelli. “Non è mai rosso e bianco in queste cose. Se la boccola brucia assolutamente no, la nave fa su un solo asse, ma dipende tutto da come fai le prove a mare”, risponde Parodi dall’altra parte del telefono.

Il Rina fa tutto quello che vuole Fincantieri“, prosegue Parodi. “Puoi decidere di fare delle prove a mare severe […] quindi a quel punto o la boccola si ribrucia o la boccola va bene. Però puoi anche decidere di fare prove a mare non severe. Secondo me andrà a finire così: faranno delle prove a mare finte perché è interesse di tutti fare delle prove a mare finte“. La risposta inquietante prosegue: “Al 90% vedo che andrà a finire così”. E si dice che un meccanismo simile “è già successo con una nave, che se non sbaglio è la Concordia“.

“Presenteremo domani una istanza urgente al Ministero dei trasporti e alle autorità portuali di tutta Italia chiedendo di porre sotto sequestro le navi coinvolte nell’indagine della Procura di Genova – spiega il Codacons –. L’inchiesta della magistratura (con 47 indagati fra esponenti del Rina e della Guardia costiera) riguarderebbe infatti numerose imbarcazioni di diverse società, come la Caribbean Fantasy; la Mega Andrea, Mega Smeralda e Mega Express Five (Corsica Ferries), Venizelos, Silver Pearl, Sundaisy, Aurora D., Sardinia Regina, Epsilon, Iver Bitumen, Levante, Vos Thethys, Reina Christina, Mamitsa”.

“Navi che ora, a tutela della sicurezza dei passeggeri, devono essere bloccate nei porti in attesa dei dovuti accertamenti – chiede il Codacons – Non solo. In favore degli italiani che hanno viaggiato su tali mezzi, il Codacons chiederà i nominativi di tutti i passeggeri che hanno effettuato crociere sulla navi oggetto di indagine, al fine di consentire loro di costituirsi parte offesa nell’inchiesta della Procura e chiedere un risarcimento qualora dovessero essere confermati gli illeciti contestati a Rina”.

“Intanto tutti i passeggeri della Costa Concordia naufragato all’Isola del Giglio, e della Norman Atlantic, così come i parenti delle vittime di entrambi i naufragi, possono costituirsi parte offesa dinanzi la Procura di Genova, utilizzando il modulo che sarà pubblicato domani sul sito del Codacons“, spiega ancora l’associazione.

Per il Rina, intervenuto con un comunicato stampa, “l’iniziativa annunciata risulta quantomeno temeraria dal punto di vista legale. L’intercettazione riportata, peraltro già nota e ampiamente diffusa a mezzo stampa, risale al 2013. Il contenuto della registrazione non vede coinvolto alcun dipendente di Rina, ma solo terzi e risulta essere stato ritrattato. Probabilmente anche per questo motivo, la registrazione non è mai stata utilizzata o ritenuta rilevante nei confronti di Rina da organismi giurisdizionali.

“Con particolare riferimento alle navi menzionate nella nota di Codacons, Rina rileva quanto segue – prosegue la nota – Costa Concordia e Norman Atlantic: le indagini penali completate o in corso non hanno a tutt’oggi visto il coinvolgimento di Rina neanche in sede di indagini preliminari. Caribbean Fantasy, Mega Andrea, Mega Smeralda, Mega Express Five, Venizelos, Silver Pearl, Sundaisy, Aurora D., Sardinia Regina, Epsilon, Iver Bitumen, Levante, Vos Thethys, Reina Christina, Mamitsa (alcune delle quali non sono navi da passeggeri): sono in corso accertamenti da parte della Procura di Genova, per “presunte irregolarità” in alcuni casi tecniche, in altri procedurali, indagini che a tutt’oggi non risultano concluse”.

“Non è la prima volta, purtroppo, che Codacons avanza richieste fantasiose nei confronti di Rina, che sono state regolarmente respinte e che finora non hanno avuto alcun seguito”, conclude il Rina confermando “la piena e fattiva collaborazione con la magistratura per il raggiungimento della verità”.

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