La maglia del cuore

“Album dei ricordi blucerchiati”: Fabrizio Casazza, portiere in Gradinata

"Cresciuto a pane e Sampdoria", matura esperienze in Serie A, con Venezia, Lazio ed Udinese, ma ai primi posti, nella classifica dei ricordi di Fabrizio Casazza, ci sono le partite giocate con la maglia della ‘sua’ squadra del cuore… il Doria!

casazza
Genova. Pagliuca, Bistazzoni e Bocchino, sono i ‘goalkeeper’ della Sampdoria, cui si ispira il giovane Fabrizio Casazza, quando difende i pali delle giovanili blucerchiate, finché – ancora teenager – si conquista il ruolo di terzo portiere, alle spalle ovviamente del ‘gatto’ (per via dei riflessi) Gianluca e del dodicesimo, Giulio Nuciari (adesso assistente di Mancini in Nazionale), cosicché, pur senza mai scendere in campo, arricchisce il suo palmarès di una Coppa delle Coppe, il primo alloro europeo della storia del Doria, conquistato dai ragazzi di Vujadin Boškov, allo stadio Ullevi di Göteborg, grazie alla vittoria contro i belgi dell’Anderlecht, anche se nell’occasione, Casazza si trova ad Asti, agli ordini di mister Soncini, a disputare un torneo contro il Genoa.

Poi, mentre i suoi compagni scrivono, davvero, la storia, vincendo il campionato, Fabrizio va prima ad esordire fra i professionisti, ad Andria e poi a farsi veramente le ossa nella Pro Sesto (entrambe in C1), dove fa tanto bene da attirare su di sé l’attenzione dell’Hellas Verona, che lo mette dapprima in concorrenza con Attilio Gregori, mentre, nel secondo anno, gli assegna i gradi di titolare, affiancato dal vice Matteo Guardalben

Ed è un anno pieno di gloria, visto che, sotto la guida di Attilio Perotti, insieme  ad un bel gruppo di giocatori di valore, quali fra gli altri, Damiano Tommasi, Antonio De Vitis, Nicola Zanini, Marco Baroni, Alessandro Manetti, conquista la promozione in Serie A, dove tuttavia non accede ancora, dato che opta per restare in Serie B, pur di vestire i colori granata.

Tre anni al Torino,  con giocatori simboli,  come Adebì Pelé ed allenatori quali Graeme Souness ed Emiliano Mondonico, col quale (ancorché spesso come dodicesimo di Luca Bucci) riporterà nella massima serie anche il Toro e se questo fosse un album dei ricordi granata, andrebbe citata la grande prestazione, di Casazza, in un’amichevole, giocata allo stadio Martínez Valero, di Elche, contro il Real Madrid, allenato da Capello, che schierava in campo, Hierro, Raúl, Mijatović, Šuker, Seedord…

Chiusa l’esperienza torinese, con 50 presenze in tre anni, Casazza va a farne una nuova, in Laguna, dove si alterna fra i pali di un Venezia (in Serie A), con un altro big, il nazionale austriaco Michael Konsel (reduce da due  anni alla Roma) ed è qui, nell’estate del 2000, che arriva la chiamata più attesa, quella della Sampdoria, che lo riporta all’ovile, dieci anni dopo, per coprire le spalle a Matteo Sereni… Grande soddisfazione, per chi è cresciuto a “pane e Sampdoria”, venendo su dalle giovanili e non  facendo mancare il supporto del tifo, fin da ragazzino, nella Gradinata Sud.

Dieci presenze in tre anni,  allenato da Gigi Cagni, Gianfranco Bellotto (come vice di Luca Mondini) e da Walter Novellino (alle spalle di Luigi Turci), nell’anno del ritorno in Serie A del Doria (per Fabrizio è la terza volta che vince il torneo cadetto), dopo aver evitato, a fatica, l’onta della caduta in C, (l’anno prima) e tanto per citarne una delle 17 volte che ha vestito, in prima squadra, la maglia della Samp (7 in Coppa Italia, 10 in Serie B), quale miglior esempio di una delle poche vittorie blucerchiate al Sant’Elia di Cagliari?  Un 2-0, targato Luiso e Vasari, con questo undici: Casazza, Sakić, Živković (dal 56° Sanna), Tricarico, Conte, Grandoni, Lombardo (dal 21° Vasari),  Marcolin, Luiso (dall’85° Bonomi), Flachi,Possanzini.

Ma, siccome una rondine non fa primavera, ecco un’altra foto – dell’anno dopo – per l’album dei ricordi blucerchiati, con Fabrizio in porta al San Paolo, nell’anno della promozione, con Novellino che schiera, contro il Napoli, col suo classico 4-4-2: Casazza; Sacchetti, Grandoni, Domizzi, Bettarini; Gasbarroni (dal 66° Valtolina), Palombo, Volpi, Pedone; Bazzani, Flachi (dall’80° Colombo), con in panchina: Pinato, Conte, Sakić, Bernini e Rabito… Un buon punto, quello colto contro i partenopei, anche se la Samp, forse avrebbe meritato di più, dato che il vantaggio iniziale, ottenuto da Sergio Volpi, era stato annullato solo da un goal in mischia, avvelenato dai rimpalli, del brasiliano (ora naturalizzato qatariota) Fábio César Montezine, dopo che Casazza gli aveva respinto un calcio di rigore… Tuttavia, il match sotto il Vesuvio avrebbe potuto avere ben altro epilogo, senza una prodezza di Fabrizio, su Floro Flores, allo spirare della partita.

“Data, fata, secutus”, scrive Virgilio… ed è evidentemente destino, che Casazza non possa giocare in A con la Sampdoria, visto che Roberto Mancini lo chiama alla Lazio, a completare il trio dei portieri, con Angelo Peruzzi e Matteo Sereni… cosicché gli consente di mettere in bacheca anche una Coppa Italia, ma soprattutto, a livello personale, di giocare in Coppa UEFA, in Inghilterra, a Middlesbrough.

Segue una convincente parentesi da titolare a Pavia (Serie C1) ed un’ultima esperienza nella massima serie, in quel di Udine, come vice di Morgan De Sanctis, timbrando un cartellino, che sommato ai 14 di Venezia ed ai 3 con la Lazio, gli valgono 18 presenze in Serie A…   ma siamo pronti a scommettere, che ai primi posti, nella classifica dei ricordi di Fabrizio Casazza, ci siano le partite giocate con la maglia della ‘sua’ squadra del cuore… la Sampdoria!

 

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