Genova. Uno striscione dai contenuti irripetibili rivolto a Paola Preziosi, figlia del padron del Genoa è comparso domenica pomeriggio sulla gradinata Nord prima di Genoa Spal. Immediatamente tolto dalla Digos ha comunque suscitato parecchio nervosismo in Questura visto che allo stadio Luigi Ferraris non sarebbe mai dovuto entrare. La polizia indaga ora su come lo striscione sia arrivato in gradinata: se abbia passato indenne i controlli ai tornelli oppure sia stato fatto direttamente sugli spalti.
Sui social intanto si moltiplicano le discussioni e anche le prese di distanze rispetto allo striscione, tra chi lo definisce “troppo volgare” a chi pensa che “non si attacca la famiglia” a chi invece se la prende con la stampa che ha dato risalto all’episodio.
Tra le tante prese di posizione c’è chi ha scelto di inviare una lettera a Paola Preziosi tramite la stampa. Ilaria Capurro racconta di essere tifosa genoana da 33 anni. “Mi sono sempre sentita orgogliosa di fare parte di questa famiglia genoana – dice in una lunga lettera in cui racconta della sua passione per i colori rossoblu – sempre, anche nei momenti più brutti , tristi, tesi o vergognosi”. “Ieri però, quando dalla sud ho visto quello striscione – dice riferendosi alla partita di domenica – no lì no.
Non mi sono sentita orgogliosa. Da Donna, da Mamma, da Tifosa, da Genoana mi sono sentita uno schifo. Mi sono vergognata”. “Io concordo nel contestare Enrico Preziosi, per più e più motivi – dice – e certo sicuramente tu questi motivi non li condividi e ci può stare. Insomma la contestazione ci sta ma non certi striscioni. E io ci tenevo, da Donna e da Genoana, a dirtelo pubblicamente.”