Imprenditori 2.0

Freelance, come sopravvivere a un mercato in mutamento

coworking

Cosa significa, oggi, essere freelance? Da anni sentiamo parlare di flessibilità, di smart working, di “lavoretti”, e chi più ne ha più ne metta. Ma chi ha la partita Iva già da un po’ sa benissimo cosa vuol dire reinventarsi ogni giorno, promuovere il proprio brand ed essere sempre aggiornati sulle ultime novità del mercato.

Qual è la situazione, oggi, per chi fa il libero professionista? Secondo l’ultima ricerca “Flexible Working”, realizzata da Adecco e LinkedIn su scala mondiale, i cosiddetti flexible workers sono la categoria che cambierà gli equilibri del mercato del lavoro e dell’economia. Sta infatti cambiando tutto, e ce ne accorgiamo nel lavoro di tutti i giorni: si è evidenziato che gli italiani cambiano lavoro in media ogni 14 mesi, in cerca di maggiori stimoli, di una retribuzione adeguata e crescente, oltre a un bilanciamento equilibrato tra vita privata e professionale.

I freelance italiani, nel 55% dei casi, possono vantare titoli di studio di alto livello in particolare in business management, computer science, economia, architettura e design. L’11% dei flexible workers ha cambiato regione per motivi professionali e lavora con almeno due aziende. It, comunicazione, manifattura: questi i tre ambiti maggiormente aperti alla flessibilità.

Chi è freelance deve però prima di tutto imparare a promuovere se stesso e il proprio lavoro: se nessuno ci conosce, infatti, come pretendiamo di aumentare il nostro fatturato? Importante è aumentare la nostra presenza sui social media, scegliendo quello adatto anche in base al tipo di lavoro che offriamo. Una stilista, ad esempio, avrà molta più clientela su un social come Instagram piuttosto che su Twitter.

Secondo consiglio: può sembrare banale e scontato, ma è importante, ancora oggi, presentare il proprio biglietto da visita, e magari fare in modo che sia accattivante e simpatico. Anche nell’epoca dei social media, infatti, regalare un proprio biglietto da visita dà un tocco di professionalità in più che non si dimentica. E, dato che attualmente ne circolano di meno, quelli che conserviamo sono davvero importanti!

Per finire, consigliamo sempre di creare un team di freelance. Da soli non si va da nessuna parte! Lavorare insieme, anche su clienti differenti, può essere utile per farsi compagnia e per confrontarsi, ma anche in prospettiva futura: chissà che, un giorno, non si lavori in due su qualche progetto comune. Lavorare in un coworking, inoltre, aiuta a fare nuove conoscenze e a “entrare nel giro”.

Più informazioni

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.