Post retrocessione

Entella, Antonio Gozzi: “Raddoppieremo le forze per riportarti molto in alto”

Gennaro Volpe: "Questa società ripartirà più forte di prima"

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Foto d'archivio

Chiavari. Il sogno è svanito, l’Entella saluta la Serie B dopo quattro anni meravigliosi fatti di momenti bellissimi ed altri più difficili. Probabilmente tra questi ultimi c’è stata una concentrazione in questa stagione che ha visto i biancocelesti faticare fin da subito per poi riuscire con un colpo di coda ad evitare la retrocessione diretta, rimandandola di qualche settimana con l’epilogo consumatosi ieri sera al Del Duca.

Cara Entella – scrive il presidente Antonio Gozzi sul sito della società – dopo dieci anni di grandi soddisfazioni, sacrifici, palpitazioni e forti emozioni oggi ci ritroviamo a vivere un dispiacere sportivo che brucia sulla pelle. Quest’anno qualcosa ti ha fatto dimenticare chi fossi e da dove venissi. Hai cominciato a peccare d’umiltà e a giocare diversamente da come hai sempre fatto. Lo facevi spesso in modo svogliato senza quel cuore e quell’attaccamento che ti hanno sempre contraddistinto in questi anni. Ti sei ritrovata in fondo alla classifica e non sei più riuscita a risalire la china, anche se l’ottimo lavoro del tuo fedelissimo Gennaro Volpe ci ha fatto sperare nell’impresa. La serata di Novara resterà, comunque, una pagina indimenticabile nella storia biancoceleste”.

Ci sarà tanto da lavorare per tornare ad essere quelli della grande festa di Cremona e del nono posto in B e, perché no, migliorare ancora. Ma noi siamo combattenti, ci riproveremo. Anzi, ci rialzeremo. Le risate che oggi accompagnano la nostra uscita verranno coperte dal clamore di una squadra che tornerà protagonista. Tu resti un patrimonio prezioso per i tanti valori che custodisci. L’aspetto calcistico conta, ma per noi conta ancora di più essere una famiglia, avere una dirigenza composta da persone che credono nel nostro modo di fare calcio, contare su uomini simbolo che ti rappresentano e si identificano in te. Per noi è importante utilizzare l’onda mediatica di un pallone che rotola per promuovere la solidarietà, formare ed educare centinaia di ragazzi che ogni giorno indossano la maglia biancoceleste”.

Se c’è una cosa che anche oggi posso dire con il sorriso sulle labbra è che tu sei molto speciale e lo dimostrerai anche questa volta. Ricorda che noi ti saremo accanto per tanto altro tempo. Non importa contro chi giocherai e in quale categoria sarai, importa solo che ci sarai. Non smetterò mai di ringraziarti per tutto quello che mi hai fatto provare sin da bambino e per le emozioni che posso condividere con te, siano gioie, dolori, vittorie e sconfitte. Tutti sentimenti indimenticabili. Ti promettiamo che di te non ci stancheremo mai, perché sei l’Entella e ci hai insegnato ad amare il calcio, quello vero. Per questo da domani raddoppieremo le forze per riportarti molto in alto. Lo meriti tu e quei tuoi straordinari tifosi – conclude Gozzi – che ti hanno voluto bene nei momenti più difficili“.

Gennaro Volpe, a fine partita, dichiara: “Sapevamo che dovevamo vincerne una delle due. Purtroppo la legge del calcio è questa. Dispiace perché io c’ero anche a Modena, da giocatore, ed è successa la stessa cosa. A caldo è difficile analizzare il perché e per come. Noi abbiamo provato fino alla fine a vincere, nonostante l’Ascoli avesse fatto qualcosa in più. Niente da dire sull’impegno, sulla dedizione che ci ha messo la squadra. Io ho dato tutto me stesso in queste quattro settimane e i giocatori devo solo ringraziarli per la professionalità, per la disponibilità, per il rispetto che hanno avuto nei miei confronti. Un grazie per quello che hanno dato in campo fino alla fine. Non siamo retrocessi oggi; quando retrocedi, la retrocessione è figlia di tante cose, di tanti errori che poi la società con calma analizzerà”.

Posso dire che l’Entella ha una risorsa unica e straordinaria che è Antonio Gozzi – prosegue Volpe -. E’ da lì che l’Entella ripartirà più forte di prima. Io sono grato al presidente per l’occasione, l’opportunità e la fiducia che ha riposto in me in un momento così importante e difficile. Ho condiviso sette anni con lui; questi sette anni mi hanno reso un uomo migliore e un professionista più responsabile. Avevo venti anni quando ho giocato qui ad Ascoli, ero un ragazzino e non è cambiato niente: l’Ascoli ha un tifo da Serie A e si fa sentire; oggi probabilmente è stato l’uomo in più dell’Ascoli. Un grazie a tutti i tifosi che con grande sacrificio ci hanno seguito in una trasferta così lunga per sostenerci; l’amarezza e il dispiacere è che non abbiamo potuto regalargli una gioia“.

“Il rammarico più grande è stato quello dell’occasione finale al novantatreesimo; avremmo parlato di altro. La difficoltà nel fare gol è stata una costante che ci ha accompagnato praticamente quasi tutto l’anno, quindi adesso dobbiamo solo leccarci le ferite e ripartire più forte di prima, perché questa società ripartirà più forte di prima. Sono felice e contento di essere una risorsa importante della società, poi la società con calma deciderà da dove ripartire e da chi ripartire – conclude Volpe -. Qua mi sento a casa e al presidente voglio bene come fosse un papà”.

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