Politica

Primarie Pd, 124 seggi in provincia di Genova. Terrile: “Ci aspettiamo un forte risultato”

Genova. Dieci mesi dopo, o quasi, il popolo del Pd, ma non solo, è chiamato a votare il segretario nazionale: una croce a scelta tra Gianni Cuperlo, Matteo Renzi e Pippo Civati come indica l’ordine sulla scheda.

Primarie aperte, rispetto alle scorse che, sì, erano di coalizione, ma sulla cui chiusura si erano scontrati duramente renziani e bersaniani. “Credo sia un segnale importante che un partito come il Pd abbia deciso di fare eleggere il segretario dagli elettori e non solo dagli iscritti. E’ un segnale di fiducia, sarà raccolto”, commenta oggi il neo segretario provinciale Alessandro Terrile.

E a proposito di iscritti, a tesseramento non chiuso, i dati parziali sul genovese consegnano 4537 iscritti, con un 102% di adesioni in più rispetto all’anno scorso. Archiviate dunque le polemiche sulla corsa al tesseramento, “è un simbolo dell’entusiasmo che sta crescendo intorno all’elezione del segretario – sottolinea Terrile – domenica inoltre chi vorrà potrà rinnovare l’iscrizione”.

Domenica 8 dicembre, via, dunque, alle primarie Pd. Due euro in mano, si vota dalle 8 alle 20 nei 124 seggi della provincia di Genova (compresi i tre collegi, Tigullio incluso). “Gli elettori devono confrontare il numero di sezione elettorale con il seggio del Pd, rintracciabile sul sito pdgenova.it. – ricorda il segretario – comunque sono sempre gli stessi delle scorse primarie”. Serve un documento identità, possibilmente la tessera elettorale ma non è indispensabile, poi i 2 euro e la firma per sottoscrivere “l’adesione al percorso politico del Pd”. Altra novità: votano gli under 18, chi ha compiuto 16 anni cioè può andare al seggio, così come gli stranieri residenti a Genova con regolare permesso di soggiorno. Si vota il segretario nazionale, poi, ma è un tecnicismo complicato da regolamento Pd, se uno dei candidati non raggiunge il 50%, cioè la maggioranza assoluta, l’assemblea nazionale procederà con un eventuale ballottaggio.

Tra proiezioni e ultimi colpi di campagna, un po’ sotto tono anche a Genova dove non si è visto né Renzi (previsto, ma poi dirottato vista la tensione delle cinque giornate di Genova, con lo sciopero Amt), né Cuperlo, ma Civati invece sì, è il numero dei votanti a tenere sul filo del rasoio i democratici, tra la paura del flop, come evocato dal sindaco di Firenze, e l’ottimismo del candidato bersaniano. A Genova si fanno due conti: la passata corsa Bersani-Renzi – primarie di coalizione, va ricordato- portò a votare 40 mila genovesi tra città e provincia. “Ci aspettiamo un forte risultato lo stesso, anche se questo numero era composto da elettori Pd, ma non solo – sottolinea Terrile – un calo sarà normale, vedremo domenica”.

Ma oggi oltre alla volata finale per le primarie, è anche il giorno di battesimo della nuova segreteria, alla sua presentazione ufficiale. Una segreteria “plurale, che parla a tutti i mondi del Pd – spiega Terrile – che parla poi di competenza, ed è giovane, anzi giovanissima”. C’è Simone Farello, capogruppo a Tursi, ora ai temi economici, Paolo Gozzi, consigliere in Aula Rossa e responsabile Giovani Amministratori. Margherita Mereto, ex segretario Giovani Democratici, ora all’ambiente e Smart city, il sindaco di Campomorone, Giancarlo Campora, responsabile Forum piccoli comuni e Simone Franceschi, primo cittadino di Ronco Scrivia, alla città metropolitana. E ci sono poi i renziani Simone Mazzucca, responsabile forum tematici e conferenza programmatica, e Sara Di Paolo allo Sviluppo economico e imprese. Tra i nuovi responsabili anche Giorgio Ravera (Staff), Franco Marenco (Organizzazione), Fabio Franchini (Enti locali), Fabio Gregorio (Infrastrutture e mobilità), Paolo Pezzana (Welfare), Grazia Gaggero (Lavoro), Viola Boero (Scuola), Maria Carla Italia (Cultura) e Paola Bellotti (Diritti civili).

Rimandate al mittente le polemiche dell’ex sfidante Michele Malfatti. “Ero stato il primo a chiedergli di entrare in segreteria – sottolinea Terrile – mi ha risposto no, ma sono comunque orgoglioso che molti suoi sostenitori hanno deciso di aderire, segno di un Pd che vuol proseguire un cammino insieme, nonostante le diversità con cui ovvio bisogna raggiungere una sintesi. Ecco, forse, Renzi, quando perse con Bersani, ebbe un comportamento più dignitoso”, la conclusione del segretario.

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