Le indagini

Maxi inchiesta sulla corruzione in Liguria, al vaglio dei pm “il coinvolgimento di altri imprenditori”

E' la stessa gip Paola Faggioni a sottolinearlo nell'ordinanza di custodia cautelare parlando di "ulteriori vicende nelle quali, a fronte di richieste di interessamento per pratiche amministrative di loro interesse, sono seguite elargizioni di finanziamenti in favore del Comitato Toti"

arresto Toti

Genova. Gli arresti eseguiti ieri a carico del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, del suo capo di gabinetto Matteo Cozzani, dell’ex presidente del porto Paolo Signorini e dell’imprenditore Aldo Spinelli non chiudono le indagini della Procura di Genova su finanziamenti illeciti o possibili episodi di corruzione da parte di altri imprenditori. Lo scrive la stessa gip Paola Faggioni nell’ordinanza di custodia cautelare che parla di altre “vicende, ancora oggetto di approfondimenti investigativi, che hanno visto il coinvolgimento di ulteriori imprenditori e nelle quali, a fronte di richieste di interessamento per pratiche amministrative di loro interesse, sono seguite elargizioni di finanziamenti in favore del Comitato Toti”.

La gip sottolinea questo aspetto in relazione proprio alle esigenze cautelari che hanno portato il presidente della Regione Liguria agli arresti domiciliari della casa di famiglia ad Ameglia.

Nell’ordinanza viene riportata una conversazione del 17 maggio 2021 in cui Luigi Alberto Amico (che non è indagato in quest’inchiesta), fondatore di un’azienda operativa nel settore della riparazione e manutenzione di navi, chiedeva a Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti (e finito ieri agli arresti domiciliari), “come meglio supportarvi e poi per capire come è il termometro politico“. Amico, in particolare, dopo avere precisato che la sua intenzione era “continuare” a finanziare Giovanni Toti e che, in cambio, “non chiedeva la luna” ma chiedeva solo “un’attenzione legittima“, precisava che “sono 6 anni che aspettiamo il rinnovo… della concessione … mi farebbe piacere quel pizzico più di attenzione… noi siamo abbastanza allineati…”. 

Nel corso dell’incontro, inoltre,  riporta la gip, Amico lasciava a Cozzani dei documenti con la raccomandazione della “massima riservatezza” e Cozzani concludeva il confronto promettendo di parlarne con il Presidente e, poi, di fargli sapere l’esito in un successivo incontro de visu. Poco tempo dopo, il 7 giugno 2021, “veniva riscontrato un finanziamento della cifra di 30.000 euro in favore del Comitato Toti (di cui 10.000 euro transitati la settimana successiva sul conto “dedicato” del presidente Toti ), operazione che veniva segnalata come sospetta dalla Banca d’Italia” ricorda la giudice Faggioni.

Da questa e da altre segnalazioni per operazioni sospette inoltrate da alcuni istituti di credito alla Banca Centrale d’Italia era partita un’inchiesta della Procura di Genova, coordinata dai pm Francesco Pinto e Luca Monteverde e incentrata sull’ipotesi di finanziamento illecito verso la fondazione creata dal presidente della Regione Liguria all’inizio del 2016 e verso il comitato Giovanni Toti, nato nello stesso periodo. Un fascicolo a lungo rimasto contro ignoti e ora in parte confluito nell’inchiesta che ha portato al terremoto politico-giudiziario di ieri. Ma il filone è tutt’ora aperto e “vivo”, confermano fonti della Procura.

Il presidente della Regione Liguria d’altronde può vantare (o poteva vantare fino a ieri) uno stuolo imponente di “amici” e “finanziatori”, a partire da alcuni dei più importanti esponenti dell’imprenditoria ligure, con rilevanti interessi nell’economia della regione. Basti pensare all’ultima cena di finanziamento in vista delle elezioni europee che si è tenuta a Villa Lo Zerbino a fine marzo che ha visto la partecipazione di 630 sostenitori.

Quando l’inchiesta su Change era stata aperta nel 2021 gli uomini della guardia di finanza avevano perquisito gli uffici di alcune delle aziende che hanno erogato negli anni somme a favore di Toti per verificare che tali donazioni fossero state sottoposte e approvate dal Cda come imposto dalle norme di legge sui finanziamenti privati ai partiti politici. Ma le svolte dell’inchiesta con le ipotesi di corruzione a carico di Toti e di alcuni imprenditori che hanno portato agli arresti e alle misure interdittive di ieri, stanno ampliando gli accertamenti per scoprire se anche altri abbiano di fatto erogato denaro in cambio di favori.

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