Genova. Un’iniezione straordinaria da 360mila prestazioni in un anno e mezzo per recuperare tutti i ritardi accumulati sulla diagnostica per immagini. La giunta Toti concentra gli sforzi sull’acquisizione di esami dal privato accreditato e annuncia che la gara da 7,4 milioni affidata a inizio marzo potrà essere assegnata altre due volte agli stessi operatori, rimpolpando il budget a disposizione con la stessa cifra e arrivando perciò a un massimo di 22,2 milioni.
“Queste gare – spiega il presidente ligure durante il punto stampa sulla sanità – sono rinnovabili per tre tornate di eguale investimento. Quando esaurite, verranno confermate e riconfermate per una terza volta senza soluzione di continuità. Mi auguro che questo produca oltre 300mila prestazioni in un arco di tempo di tre semestri, così si dovrebbe esaurire un pezzo importante della domanda. Restano situazioni complesse, le risonanze magnetiche più delle Tac, ma in ogni caso è un passo avanti molto significativo”.
La proroga, secondo le stime del direttore generale di Alisa Filippo Ansaldi, dovrebbe scattare tra giugno e luglio quando saranno esauriti tutti gli spazi messi a disposizione nel primo bando. “Teniamo conto che esiste un aumento della domanda generato dall’aumento dell’offerta – avverte l’assessore Angelo Gratarola -. Non siamo ancora a regime e il monitoraggio è appena partita. Stiamo assorbendo la richiesta arretrata, l’importante sarà evitare che si verifichi un’interruzione tra un periodo e l’altro. Sarà come aver fatto benzina in corsa”.
Intanto, rispetto ai primi giorni dall’acquisizione delle nuove prestazioni, si sta verificando una sorta di “effetto rimbalzo” sulle ricette in priorità B, da soddisfare entro 10 giorni: in Asl 3, ad esempio, bisogna attendere 34 giorni per una risonanza magnetica, 27 giorni per un’ecografia al collo, 19 giorni per un’ecografia all’addome. Ancora pesanti i tempi per una colonscopia, disponibile solo dopo 146 giorni, mentre un’elettromiografia si prenota in 231 giorni (quasi otto mesi).
Un fenomeno che “era atteso – spiega Toti -. Restano alcuni buchi sulla gastroenterologia. Esiste un problema, ma non è vero che non abbiamo fatto niente. Villa Scassi ha quasi raddoppiato la sua produzione. Su questo esiste ancora un tema di offerta, anche perché sul mercato privato il combinato disposto tra assenza di professionisti nel settore e un Drg sottopagato rispetto ai reali valori di quel genere di esami, che richiedono anche la sedazione, produce una carenza di offerta e questo rende molto più complesso aggredire quel genere di specialità medica”.
“Entro il 24 aprile – ricorda il governatore – chiuderà la gara per la cardiochirurgia e cardiologia interventistica e ambulatoriale, poi sarà la volta di ortopedia e ortopedia protesica”. Le due procedure varranno rispettivamente 3,8 milioni e 14-15 milioni, ai quali andranno poi aggiunti 5-6 milioni per la riabilitazione e 4-5 milioni per la chirurgia ambulatoriale e di media complessità. La prima tornata così composta cuba circa 35 milioni, dopodiché non si esclude di intervenire con ulteriori risorse per rifinanziare alcune specialità, a partire proprio dalla diagnostica per immagini che rappresenta ad oggi l’emergenza più gravosa.