Spese in vista

“Case green”, l’Ue dà il via libera con il no dell’Italia: in Liguria l’80% delle case dovrà mettersi in regola

E' la direttiva europea che impone interventi sugli edifici ad alto consumo. Gli Stati hanno due anni di tempo per recepirla. In futuro al bando le "caldaie a gas"

genova panorama

Genova. Si chiama “Case green” la direttiva europea che si propone, entro il 2050, di rendere a emissioni zero il complesso degli edifici pubblici e privati sul territorio degli Stati membri. Dopo l’accordo raggiunto a dicembre con il parlamento europeo, oggi è arrivato il via libera definitivo con la conferma dei ministri Ue al consiglio Ecofin. I prossimi passaggi sono la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea ed – entro due anni dall’entrata in vigore – il recepimento da parte degli Stati. Tra questi l’Italia che però, come l’Ungheria, ha votato contro l’intesa.

COSA PREVEDE LA DIRETTIVA CASE GREEN
La direttiva Case green prevede che gli Stati membri riducano il consumo di energia degli edifici residenziali del 16% entro il 2030, del 20-22% entro il 2035. Non in maniera complessiva, però: la riduzione dovrà nascere per la maggior parte dalla ristrutturazione degli immobili con le prestazioni peggiori. Inoltre, dal 2030, tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere a emissioni zero. Come? Spetterà ai singoli Paesi deciderlo.

IN LIGURIA OLTRE 3 CASE SU 4 IN CLASSE G
Secondo Ance Liguria, associazione dei costruttori edili, nella nostra regione l’83% delle case sono in classe G, ossia ad alto consumo energetico. Il dato risulta dall’analisi di un campione di 2400 abitazioni: oltre 2000 hanno un Ape certificata che riscontra una classe energetica dal consumo annuo di oltre 160 Kwh per metro quadro, tra le 5 e le 10 volte più di un immobile a classe A.

SUPERBONUS, SOLUZIONE PER POCHI
In Liguria secondo un’altra analisi dell’Ordine degli architetti, sarebbero 210mila gli edifici da riqualificare dal punto di vista energetico. Un aiuto avrebbe potuto arrivare in questi anni dal Superbonus 110% ma sono veramente poche le case che hanno potuto beneficiarne, circa 7000, nemmeno il 3% del patrimonio più energivoro.

LIGURIA, PARCO IMMOBILIARE DATATO E POCO EFFICIENTE
La nostra regione, con un parco immobiliare che non ha mai dovuto fare i conti con le temperature rigide del resto del Nord Italia (quindi senza buone coibentazioni), che si è sviluppato in maniera massiccia negli anni Sessanta e Settanta, e moltissimi edifici che risalgono a due o più secoli fa, è “messa peggio” del resto del Paese. A livello nazionale, secondo una stima del sindacato Fillea-Cgil le ristrutturazioni dovranno coinvolgere il 15% degli immobili in classe F e G entro il 2030 e il 26% degli edifici di classe energetica più bassa entro il 2033.

MA QUANTO CI COSTA?
Entro il 2030 saranno necessari 275 miliardi di euro di investimenti annui, a livello europeo. Oggi gli investimenti Ue su questa partita sono pari a 120 miliardi. Non sono previsti finanziamenti appositi, come poteva essere il Recovery Fund, saranno i Paesi, piuttosto, a decidere a quali fondi Ue già esistenti attingere. Associazioni di categoria come Ape Confedilizia Genova hanno stimato che in media, con la direttiva, una famiglia proprietaria di casa dovrebbe poter spendere fino a 60mila euro per adeguarsi alla normativa, tuttavia è impossibile al momento stabilire davvero quali saranno i costi, a carico di chi saranno, e soprattutto capire quali saranno davvero le case che dovranno essere ristrutturate e efficientate per prime. L’auspicio è che il governo stanzi degli aiuti.

GLI EDIFICI PUBBLICI, SALASSO IN VISTA
La direttiva prevede che gli Stati possano esentare dall’obbligo di adeguamento energetico alcuni edifici specifici: chiese e altri luoghi di culto, palazzi storici, caserme. Per il resto, dovranno ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica. E dal 2028 tutti i nuovi edifici – occupati o di proprietà delle autorità pubbliche – dovranno essere a emissioni zero.

PANNELLI SOLARI E CALDAIE A GAS
Ci sarà tempo fino al 2040 (non sono poi così tanti anni…), ma poi le caldaie a gas saranno messe al bando e già dal 2025 saranno cancellate le agevolazioni fiscali per gli impianti tradizionali (resteranno solo per pompe di calore o impianti ibridi). La direttiva prevede l’obbligo di installare pannelli solari sui nuovi edifici pubblici e non residenziali, che sarà progressivo dal 2026 al 2030. L’intervento dovrà essere, comunque, tecnicamente ed economicamente fattibile.

Più informazioni

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.