Sfatiamo subito un mito, il gin non è britannico e nemmeno olandese!*
Il primo gin di cui si ha traccia scritta, infatti, nasce in Italia. Precisamente è nel Compendium Salernitanum della Scuola Medica Salernitana che si trovano le prime tracce di un distillato di vino con ginepro ed erbe infuse. Inoltre fu prezioso il contributo di Costantino l’Africano, che nel 1077, dopo aver trascorso gran parte della sua vita in Nord Africa dove aveva studiato testi arabi e pratiche dell’antica India, si trasferì a Salerno e si dedicò alla traduzione di manoscritti di medicina.
A partire dal XII secolo, monaci e alchimisti di tutta Europa, in particolare in Italia, Germania, Francia meridionale, Fiandre e Paesi Bassi si sono uniti alla ricerca di produrre acque viti dalla distillazione di uva e cereali.
Un parente del GIN: Il GENEVER.
La prima traccia scritta del genever (jenever in olandese) come bevanda distillata aromatizzata al ginepro risale al XVI secolo, in un libro intitolato Een Constelijck Distileerboec di Philippus di Anversa Hermanni, e nel XVII secolo erano già numerosi i piccoli distillatori olandesi e fiamminghi che distillavano acquaviti di malto o vino con ginepro, anice, cumino, coriandolo, ecc… per migliorarne il gusto e per uso curativo.
Questa bevanda divenne presto molto popolare. Un divieto di distillazione del XVII secolo portò i distillatori fiamminghi a migrare con le loro distillerie di genever nei Paesi Bassi, in Francia e Germania, dove il genever si è ulteriormente evoluto. Oggi il Genever può essere fabbricato solo in Belgio, Paesi Bassi e in regioni specifiche della Francia e della Germania
Il GIN in Inghilterra
La storia del gin in Inghilterra è legata ai soldati che già alla fine del ‘500 consumavano genever ad Anversa per calmarsi prima delle battaglie. Tuttavia è con l’ascesa al trono di Guglielmo d’Orange, sovrano della Repubblica olandese, che occupò il Trono britannico con sua moglie Mary nel 1689, che il gin acquisisce popolarità. I dazi sull’importazione di distillati da altre nazioni e la scarsa disponibilità di orzo di alta qualità per la produzione di birra, a causa di divergenze con la Francia, favorirono la produzione interna di gin; nacquero così tantissime botteghe che producevano e vendevano gin, questo periodo è noto come Gin Craze. Il gin si diffuse così tanto, anche tra i ceti meno abbienti, che presto divenne un vero e proprio problema per la salute e l’ordine pubblico, si arrivò così al Gin Act del 1751, cinque leggi che limitavano il consumo di gin.
GIN “OLD TOM”
Era una tipologia molto popolare nell’Inghilterra del XVIII secolo: un distillato molto dolce che spesso contiene zucchero.
GIN “LONDON DRY”
È l’invenzione e lo sviluppo della colonna, intorno agli anni ‘30 dell’Ottocento, che consentì ai distillatori di ottenere distillati “puri” ed è così che si sviluppa lo stile “London dry” che si è poi sviluppato ed evoluto durante il XIX secolo. La parola “dry” stava proprio ad indicare il fatto che questa tipologia di gin non prevedesse alcuna aggiunta di zucchero
Il disciplinare prevede che alla fine della distillazione non possano essere aggiunti altre aromatizzazioni particolari, sia con infusione successiva che con alcolati.
GIN “COLD DISTILLED”
Un altro metodo utilizzato per la produzione di gin è la Cold Distillation, o distillazione fredda sottovuoto; con questo sistema si riesce a distillare con temperature solitamente dai 25 ai 60°C. Tuttavia con l’utilizzo di un Rotovap si può lavorare anche a -200°.
GIN “COLD COMPOUND”
Un altro sistema produttivo a freddo è il Cold Compound ovvero la miscelazione a freddo in alcol cerealicolo neutro dei botanici tipici del gin. Ovviamente il liquido ottenuto non essendo ridistillato non ha le classiche caratteristiche di purezza e trasparenza. Per ottenere gin particolarmente raffinati si può utilizzare la Distillazione separata di singole botaniche o gruppi di esse; questa tecnica permette di sfruttare al massimo la curva di rendimento di ogni singola erba o spezia.
* Mi permetterete un uso privato di rubrica pubblica, per fare i miei più vivi complimenti a Mr. Stefano Talice, per il nuovo e prestigioso incarico di Direttore Normal Trade Italia di Mercanti di Spirits. Quale miglior omaggio, che prendere a piene mani l’ottima storia scritta a quattro mani con il nostro Responsabile Marketing Armando Follari, di questo nobile e antico distillato?
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