Roma. “Il Signore ci ha detto: chiedi io ti darò, ma noi ci dimentichiamo di chiedere, di pregare. E noi sappiamo che chi chi nu cianze no tetta“. Papa Francesco usa un antico proverbio genovese – che significa che se il neonato non piange non succhia il latte – per dire che bisogna insistere a pregare “perché il Signore ci ascolti e ci dia la forza di andare avanti”.
Bergoglio ha usato la lingua zeneize, a cui è rimasto legato per via delle sue radici dell’entroterra genovese, per parlare con i ragazzi degli oratori del capoluogo ligure, in visita a Roma nella giornata dei cresimandi.
I giovani genovesi hanno subito colto la citazione dialettale e hanno risposto con una risata divertita e un po’ stupita. “La seconda cosa importante è l’amicizia tra voi – ha aggiunto Bergoglio – perché nella Chiesa non siamo “io solo”, io e Dio, siamo tutti noi in comunità e questa bella amicizia che state facendo è una cosa che deve andare avanti”.
Dalla Regione l’invito, per Papa Francesco, a tornare presto a trovarci (l’ultima e unica visita è stata nel 2017). Il presidente Toti, in una nota, dichiara: “Oggi rinnoviamo l’invito a ritornare da noi e riabbracciare la nostra città anche per visitare le neo nato museo dell’Emigrazione che raccoglie i nomi delle persone che sono partite da Genova per le Americhe, tra cui i genitori di Bergoglio, Maria Sivori e Jorge Mario”.
“Dicono che la generosità non è una virtù genovese, non so – ha aggiunto il Papa, parlando ai ragazzi, e tornando a riferirsi allo storico luogo comune che già aveva citato durante un’intervista con Fabio Fazio in tv – ma lo dicono della generosità dei soldi», e fa il gesto di sfregare pollice e indice, anch’io dalla parte materna ho sangue genovese, capisco bene. Occorre essere generosi sempre, aiutare gli altri e vivere in comunità. Capito? E adesso vorrei dare la benedizione a tutti voi e preghiamo prima la Madonna tutti insieme”.