Genova. Papa Francesco ha incontrato questa mattina in Vaticano una delegazione dei lavoratori portuali del Calp dopo la lettera che gli stessi portuali, attualmente sotto inchiesta per l’attività antimilitarista, avevano inviato al pontefice. Era stato proprio lui un anno e mezzo fa a indicarli esplicitamente come esempio da seguire per aver rifiutato di caricare materiale bellico a bordo di una nave della flotta saudita Bahri attraccata nel porto di Genova. “Bravi – aveva detto già allora – basta con questa ipocrisia armamentista“.
Il papa, al termine dell’udienza generale, ha prima incontrato una delegazione formata da 4 portuali guidata da Luciano Vasapollo, professore universitario e sindacalista Usb. Poi ha ricevuto in udienza privata il portavoce del Calp, José Nivoi, continuando a ringraziare i portuali genovesi per la scelta definita “coraggiosa” di non caricare le armi. “Siamo padri di famiglia, non vogliamo che siano uccisi altri bambini – ha spiegato al Papa Nivoi – ma ora siamo in difficoltà perché dopo le perquisizioni e l’indagine rischiamo il posto di lavoro”. La risposta del pontefice è stata senza riserve e più volte ha ripetuto parole di ringraziamento e solidarietà: “Siete stati bravissimi, continuate così”.
Come è noto, il 24 febbraio le abitazioni e i luoghi di lavoro di cinque esponenti del Collettivo autonomo dei lavoratori portuali sono state perquisiti dalla Digos, con il sequestro di telefoni e computer non solo dei lavoratori coinvolti, ma anche dei loro familiari. Qualche giorno dopo è emerso che l’indagine a loro carico sarebbe per associazione per delinquere finalizzata a commettere diversi reati come imbrattamento, accensione di artifizi pirotecnici e altri dello stesso tenore in gran parte collegati all’attività antimilitarista e in particolare alle proteste e ai blitz contro gli attracchi a Genova delle navi della flotta Bahri, che riforniscono di armi la coalizione a guida saudita che sta bombardando lo Yemen.
E proprio per ribadire la propria posizione in tema di guerra, armi e inchieste venerdì 25 giugno il Calp, insieme alla Ong Sea Watch hanno organizzato un presidio sotto la Prefettura di Genova a partire dalle 16.30. Lo slogan: La solidarietà non è un crimine (Qui l’articolo che spiega le motivazioni del presidio) a cui ha aderito anche il sindacato Usb.