Genova. “La prospettiva di un aumento della Tari è irricevibile”. Così Alessandro Cavo, presidente di Confcommercio Genova davanti alle ipotesi di un ritocco al rialzo, concesso da Arera ai Comuni italiani e che potrebbe quindi riguardare anche il capoluogo ligure. Il rialzo, legato all’inflazione, potrebbe arrivare attorno al 7%.
Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale aveva dichiarato, con il vicesindaco Piciocchi, che si sarebbe fatto tutto il possibile per sterilizzare questi rincari ma ieri il sindaco Bucci, a margine del consiglio, ha spiegato che la discussione è ancora in atto e se è vero che la volontà è quella di non aumentare la tassa sui rifiuti, è anche vero che il Comune sta portando avanti un’indagine di mercato tra i vari Comuni italiani per capire quali abbiano alzato la Tari e quanto.
La prospettiva “irricevibile” di un rincaro, per i commercianti, è legata alla quota fissa in Tari, da anni e fino al 2026, legata al piano di rientro dovuto al dissesto finanziario di Amiu. “Si tratta un enorme onere economico – dice Cavo – con il rischio di ulteriori chiusure per l’unico tessuto commerciale in tenuta nella nostra città, quello dei pubblici esercizi”.
“Gli aumenti della Tari potrebbero infliggere un colpo mortale alle nostre imprese – prosegue il presidente di Confcommercio – pertanto chiediamo all’amministrazione e al gestore di fare un passo indietro e, eventualmente, di considerare l’opportunità, per attenuare l’impatto dell’inflazione, di evitare spese non necessarie, come varie forme di sponsorizzazione. La posizione della nostra Confcommercio è categorica”.
“Non arretreremo nel ribadire che le imprese che investono nella nostra città sono scoraggiate da costi di gestione esorbitanti come la Tari – conclude – questo ci rende completamente non competitivi come sistema urbano, anche in prospettiva di sviluppo futuro. Una revisione completa della tassa è
necessaria, basata direttamente sulla quantità e sulla qualità dei rifiuti prodotti, anziché considerare solo la superficie degli esercizi. Inoltre, la Tari è una tassa complessa e troppo dipendente dai piani finanziari del Comune di riferimento. È urgente risolvere la cronica carenza di infrastrutture che aumentano i costi di trasporto e smaltimento e, di conseguenza, le tariffe per gli utenti”.