Genova. Il fine settimana di Pasqua non è stato caratterizzato soltanto dal maltempo, ma anche da un insolito – per quanto non raro – fenomeno: la presenza nell’atmosfera di polvere giallastra e rossastra trasportata dai venti. Sabbia del Sahara, si sono affrettati a spiegare gli esperti, che solitamente si manifesta attraverso le piogge colorate o le tonalità giallo-ocra del cielo.
Quest’anno però Arpal fa sapere che la presenza di polveri sahariane nell’atmosfera ha avuto ripercussioni importanti anche sulla qualità dell’aria, essendosi trattato di un fenomeno particolarmente intenso e duraturo.
In Liguria la strumentazione di monitoraggio della qualità dell’aria ha iniziato a misurare un innalzamento anomalo di polveri sottili, che possono contenere sostanze nocive per la salute tra cui metalli pesanti, solfati e nitrati, con i valori di PM10 (particelle le cui dimensioni sono inferiori ai 10 micrometri) che nella mattinata di venerdì 29 marzo hano raggiunto livelli molto elevati in quasi tutta la regione.
Conseguenza diretta, venerdì ben 20 postazioni sono andate oltre i 50 µg/m³ di polveri sottili nell’aria, che è il limite da non superare più di 35 volte in un anno per rispettare la normativa vigente. Il picco si è però toccato il sabato pre Pasqua, sia dal punto di vista della quantità di PM10 nell’aria sia sul fronte delle centraline che hanno registrato valori oltre legge: 24 in totale, con il record registrato dalla centralina di via Bari (180 µg/m³), valore più alto di tutta la Liguria. A Genova tutte e 9 le centraline hanno registrato valori sopra i 120 µg/m³.