Femminicidio

Alina, uccisa in Romania dall’ex marito. L’appello del compagno genovese: “Voglio giustizia e rivedere le bambine”

La donna è stata picchiata e poi strangolata a Galaty il giorno di Santo Stefano, era tornata a casa per fare visita ai parenti. La denuncia arriva da Mario Zanetti, tassista con cui aveva una relazione da qualche tempo

alina

Genova. Era riuscita a ricostruirsi una vita a Genova, con un nuovo compagno e le due figlie, ma il ritorno a casa, in Romania, le è stato fatale. Alina Lacramioara Mustafa, giovane donna romena di 30 anni, è stata uccisa dall’ex marito, un uomo di 35 anni, il giorno di Santo Stefano, brutalmente picchiata e poi strangolata nel quartiere Micro 20, a Galaty.

La notizia dell’omicidio era stata diffusa dai media locali nei giorni successivi al delitto, ed è arrivata in Italia attraverso Mario Zanetti, tassista genovese con cui la donna aveva iniziato da qualche tempo una nuova relazione. A chiamare la polizia, secondo quanto riportato sempre dai media locali, sarebbe stato proprio l’ex marito, confessando di averla uccisa, dando l’indirizzo della casa in cui si trovava il corpo e allontanandosi. Quando le forze dell’ordine sono arrivate sul posto hanno trovato Alina ormai morta, con segni di strangolamento sul collo. Poche ore dopo l’ex marito è stato catturato e arrestato.

“Non volevo ucciderla – avrebbe detto l’uomo alla polizia – ho litigato con lei, non ne potevo più. Ha distrutto la mia famiglia, i miei figli”. Il 35enne avrebbe sostenuto anche che era stata la famiglia di lei a costringerla a prostituirsi, fatto che Zanetti ha negato fermamente.

Alina, appartenente a una famiglia di origine Rom, era arrivata in Italia da minorenne, aveva lavorato nei campi in Puglia e qui aveva conosciuto l’ex marito. I due si erano sposati e si erano trasferiti a Genova. Nel capoluogo ligure per lei era però iniziato l’inferno: l’uomo l’aveva costretta a prostituirsi, le prendeva i soldi e la picchiava.

L’incontro tra Mario e Alina è avvenuto una notte in cui la donna si è trascinata in strada, ferita. Il tassista la vede, si ferma per darle aiuto, e da lì nasce un’amicizia prima, un amore poi. Zanetti aiuta quella giovane donna a uscire dalla spirale in cui era stata catapultata e accoglie anche le due figlie, oggi 9 e 10 anni. Alina ricomincia a vivere, trova un lavoro, esce dal giro. Ma per le feste di Natale decide di tornare a casa con le due bambine per fare visita ai parenti, e accetta anche di incontrarsi con l’ex marito. Un ultimo incontro che, come quasi sempre accade nei casi di femminicidio, le è stato fatale.

Stando a quanto raccontato da Zanetti, l’aggressione sarebbe stata ripresa dalla figlia di Alina, che gli ha poi inviato un video in cui si vedrebbe il padre picchiare la donna. I contorni della vicenda non sono ancora però del tutto chiari, e la richiesta del nuovo compagno di Alina è quella di impedire che l’omicidio passi sotto silenzio, e che le bambine ne paghino il prezzo.

Sulla morte di Alina, intanto, si è espresso anche Constantin Toader, presidente del Partito Rom Pro Europa Vrancea: “Con tristezza nel cuore, esprimo le mie sincere condoglianze alla famiglia di Mustafa Antonel e Profira durante questo periodo di dolore – si legge in un post condiviso sui social – La perdita di una persona cara è sempre una dura prova e le parole possono sembrare inadeguate in questi momenti. Lăcrămioara è stata una presenza luminosa nelle vostre vite e i vostri ricordi di lei rimarranno come fonte di conforto e forza. In questi momenti difficili, spero che troverete sostegno nella presenza dei vostri cari e nei bellissimi ricordi condivisi con Lăcrămioara. Possa l’amore e il sostegno di amici e familiari darti conforto e forza di fronte a questa perdita. I miei pensieri sinceri sono con voi e il ricordo di Lăcrămioara rimarrà vivo nei nostri cuori. Esprimiamo la nostra sincera vicinanza e siamo qui per offrire tutto il supporto durante questo momento difficile”.

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