Annosa questione

Bambini disabili, dalla Regione 3 milioni ai privati per garantire le terapie riabilitative

Oltre 2mila ancora in lista d'attesa, Gratarola: "Facilitiamo la presa in carico". Rossetti (Azione): "È l'assassinio della sanità territoriale". Pastorino (Linea Condivisa): "Premiate le battaglie delle famiglie"

disabilità il granello amicizia bambini

Genova. La Regione Liguria pagherà 3 milioni di euro ad associazioni e strutture private, anche quelle non convenzionate, per tentare di risolvere l’annosa questione dei bambini disabili in attesa di ricevere le terapie riabilitative alle quali hanno diritto per legge. Lo prevede un emendamento al bilancio regionale presentato dalla giunta Toti che vara la misura “in via sperimentale” per il 2024 e rimanda l’articolazione dei criteri e delle modalità a una successiva delibera.

L’obiettivo della mossa è “ridurre le liste d’attesa per le prestazioni di neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza, previste dai piani terapeutico-riabilitativi individualizzati per i minori con disturbi psichiatrici e del neuro-sviluppo”. A questo scopo si prevede di destinare una quota di 3 milioni all’interno del finanziamento ordinario dei Lea “all’acquisizione, da parte delle Asl, di pacchetti terapeutico-riabilitativi presso le strutture, le associazioni, i centri privati autorizzati, nonché i liberi professionisti, secondo criteri e modalità stabiliti dalla giunta regionale con proprio provvedimento”.

Le prestazioni, in particolare, saranno rivolte ai minori che non siano ancora stati presi in carico dai centri delle Asl o dalle strutture private accreditate a un anno e mezzo dalla definizione dei piani terapeutici.

“A fronte del problema di cui siamo consapevoli, il presidente e la giunta con un importante sforzo economico hanno deciso di stanziare 3 milioni di euro per il 2024, in modo da facilitare il più possibile la presa in carico dei bambini che sono in lista d’attesa da ben oltre 18 mesi. Questo provvedimento è indirizzato sia a chi nel frattempo ha provveduto ad accedere con risorse proprie alle cure sia a chi non ha avuto la possibilità di intraprendere un percorso di cura”, spiega l’assessore ligure alla Sanità Angelo Gratarola.

Ad accendere i riflettori sulla questione in Liguria era stato Marco Macrì, vigile del fuoco e padre di un bambino disabile. Che oggi bolla il provvedimento come “l’ennesima perseverante visione cieca della Regione, prima con Toti ora con Gratarola, che son sempre rimasti sordi a quanto chiesto dalle famiglie. Si chiedeva la rimodulazione graduale tra privato accreditato e Asl e hanno imposto alle famiglie nello scorso anno pacchetti cura di sola psicomotricità in attesa delle logopediste promesse due anni fa solo per fare numeri e dimostrare che la Asl non era inerme. Si chiedeva un fondo già esistente in altre regioni chiamato voucher cura (e ad oggi per il terzo anno non vi è traccia) che permette alle famiglie che pagano le cure privatamente di essere sgravate di parte del costo. L’appropriatezza oggetto del dispositivo pare essere garantita solo dai genitori che, ottenute le diagnosi precoci, pagano di tasca loro mentre successivamente la regione rende appropriato questo taglio rivalutando minori che non sono regrediti ma migliorati proprio grazie all’indebitamento dei genitori”.

Il fronte dei genitori si era detto pronto a fare causa alla Regione sulla scorta di una sentenza apripista del tribunale di Torre Annunziata che aveva condannato la Asl il rimborso per una mamma costretta a pagare i privati per la riabilitazione del figlio.

Ad oggi, secondo i dati forniti dalla sanità regionale, sono le ultime stime sono 2.104 i minori ancora in lista d’attesa in Liguria, la maggior parte (1.557) nel territorio della Asl 3. Un numero ancora molto alto, nonostante l’incremento dei nuovi pazienti presi in carico grazie alle azioni di potenziamento messe in atto dal 2021 al 2023.

Chi nutre perplessità è però Pippo Rossetti, consigliere di Azione: “Questo emendamento rischia di sdoganare il sistema dell’accreditamento. Un’associazione che magari si occupava di attività socializzanti o sportive potrà decidere di fare riabilitazione senza avere esperienza. È la classica risposta della giunta Toti che si rivelerà devastante nel tempo: ci sono pochi operatori, gli enti non riescono ad assorbire la domanda, diamo 3 milioni ai privati e vediamo se spunta qualcuno“. Il rischio, secondo Rossetti, è che si arrivi in pratica a un sistema di voucher: “Chi andrà dai privati chiederà i soldi alla Regione. Questo è l’assassinio del servizio pubblico territoriale“.

Ma l’assessore Gratarola precisa che “si tratta, in via straordinaria, di una modalità per venire incontro a coloro ai quali il sistema non ha potuto garantire nei tempi dovuti le cure necessarie, senza però intralciare il percorso intrapreso dal sistema pubblico con il privato convenzionato al quale comunque verrà garantito il budget che in questi anni è stato stanziato con un’adeguata rivalutazione”.

“Dopo anni di battaglie dei genitori e delle famiglie la giunta si pone il problema di risolvere la questione delle liste di attesa dei bambini disabili – commenta Gianni Pastorino, consigliere regionale di Linea Condivisa -. È un fatto che noi giudichiamo positivo, frutto di un ragionamento di cui noi abbiamo merito ma soprattutto le famiglie che si sono battute. È evidente che questa situazione era intollerabile”.

 

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