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Sanità, Toti passa il testimone a Gratarola: “Nessuno si aspetti un cambio di linea politica”

Il nuovo assessore spinge sull'integrazione tra aziende per colmare le carenze: "La sanità ligure non deve funzionare a comparti stagni"

toti gratarola

Genova. “Nessuno si aspetti un cambio di linea politica sulla sanità. I grandi piani di sviluppo e razionalizzazione andranno avanti così come sono stati concepiti. È una scelta tecnica che mi auguro possa agevolare realizzazione questo piano”. Parola d’ordine continuità: così oggi il presidente ligure Giovanni Toti ha passato ufficialmente ad Angelo Gratarola il testimone dell’assessorato alla Sanità. In mattinata il governatore ha firmato il decreto con l’attribuzione della delega e la ripartizione di quelle rimesse da Ilaria Cavo, eletta deputata.

“Si tratta di un tecnico, una figura di alto profilo professionale – lo presenta Toti – che, grazie alle sue competenze, alla sua esperienza non solo all’interno dell’ospedale policlinico San Martino, ma anche come coordinatore del dipartimento interaziendale regionale dell’Emergenza urgenza di Alisa, siamo certi saprà non solo affrontare le sfide future, ma anche guidare, in continuità con l’azione messa in campo fino ad oggi, lo sviluppo e l’attuazione del nuovo piano sociosanitario e del Pnrr. Nei prossimi mesi e nei prossimi anni infatti la nostra sanità si troverà ad affrontare una serie di trasformazioni epocali, a partire dal potenziamento di tutta la medicina territoriale nell’ambito del Pnrr cui è legato anche il progetto dell’ospedale degli Erzelli, primo centro italiano per la medicina computazionale, fino alla realizzazione degli ospedali di Taggia e del Felettino alla Spezia”.

“È un impegno gravoso – ammette Gratarola fresco di nomina – ma conosco la macchina avendone fatto parte fino a ieri. Ho un grande debito di riconoscenza nei confronti dei liguri, pur essendo foresto sono qui da 13 anni ed è una regione che mi ha dato tanto in termini professionali e umani. Soffriamo una mancanza di personale cronica che non è da addebitare alla Regione ma a fenomeni nazionali. I contratti non hanno tenuto conto di questi aspetti. Mancano professionisti nelle discipline della medicina d’urgenza, rianimatori, ma anche psichiatri, ginecologi, pediatri, persino medici di famiglia. Anche se disponessimo di un portafoglio illimitato per la spesa non troveremmo nessuno nel mercato del lavoro”.

Qual è la soluzione? Massima integrazione tra aziende sanitarie per garantire i servizi, spiega il nuovo assessore: “Il sistema sanitario ligure deve funzionare meno a comparti stagni. Lo abbiamo imparato durante il Covid: far muovere i professionisti, supportare le aziende in difficoltà. Se ci sono carenze in alcune aree della regione, dobbiamo fare in modo che altri intervengano per garantire sicurezza e cure di livello. Lo abbiamo fatto, ma vorremmo renderlo ancora più evidente per evitare che ci sia una sanità a due velocità. Mentre le grandi attività e gli interventi complessi vanno centralizzati verso le poche strutture che possono offrire elevati standard di qualità”.

La mancanza di personale interesserà nei prossimi anni (si stima almeno fino al 2025) la sanità pubblica, ma in certi casi sono le strutture private a subire la “concorrenza”, come nel caso degli Oss e infermieri assunti in massa tramite l’ultimo maxi concorso. Ieri è stata approvata la delibera di giunta che consente agli infermieri di restare “in prestito” su base volontaria presso le strutture di provenienza, senza perdere il contratto e la retribuzione da dipendenti pubblici. “Dei 700 infermieri selezionati dal bando circa 300 arrivano da fuori regione e sono forze aggiuntive, 200 già lavorano nelle nostre strutture e vengono stabilizzati: quelli che ballano nel privato sono non più di 250 persone, che è esattamente il numero che uscire dal corso per infermieri dell’Università di Genova a novembre”, ha spiegato Toti.

Il presidente ha poi auspicato che “il clima politico intorno a questa nomina anche per quanto riguarda le opposizioni possa diventare per una volta costruttivo, avendo a che fare con un professionista che siede in giunta in veste tecnica e quindi con un interlocutore che può essere considerato se non neutrale certamente un punto di riferimento anche per il dialogo tra maggioranza e opposizione. Auspico quindi che si finisca di addebitare a Regione Liguria problemi che costituiscono un tema nazionale come la carenza di professionisti, le borse di studio deserte, gli ospedali con meno personale di quello che servirebbe: sono temi di sistema, che interessano il Paese dalla Valle d’Aosta alla Sicilia e che non credo le forze politiche facciano un buon servizio ad attribuirsi l’un l’altra. Se c’è qualcuno che ha una responsabilità, poi, certamente non è la nostra parte politica visto che dal 2011 chi ha fatto la programmazione in questo settore non sedeva in questa parte del campo e tantomeno in Regione Liguria. Sono temi che dobbiamo affrontare tutti insieme, con la dovuta lucidità e quell’asciuttezza e spirito bipartisan come è proprio per un grande tema del paese che è il futuro del nostro sistema sanitario”.

“Posso garantire da parte mia la piena disponibilità al confronto e al dialogo con le parti sociali e gli stakeholders, nella consapevolezza che la Liguria non può perdere le opportunità future, per cui servono determinazione e capacità decisionale. Certamente non mancano le difficoltà, a partire dalle carenze di organico fino alle conseguenze della pandemia da Covid-19 che, come ci dicono i dati, non è ancora superata e richiede la massima responsabilità da parte di tutti i cittadini attraverso la vaccinazione”, conclude Gratarola.

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