Lettera al direttore

Lettere

Ambiente, Spanò (Verdi): Il nostro martoriato territorio si sta ribellando e  chiede di fermarci

Spanò

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del co-portavoce metropolitano dei Verdi Angelo Spanò.

In questi anni i vari tg e quotidiani ci informano quotidianamente  che si sono verificate delle frane è mai possibile che queste devastazioni che sottoponiamo il nostro territorio non ci abbiano insegnato niente e di cui paghiamo prezzi altissimi ? Basti guardare alle trasformazioni, spesso selvagge, delle nostre città e delle periferie per rendersi conto che il cemento e l’asfalto avanzano sempre di più, mentre scompaiono le superfici naturali. Inoltre a Genova si può notare che alcune piante ad alto fusto vengono inesorabilmente abbattute e sostitute con piante che per la loro dimensione somigliano a dei bonsai.  


L’inesorabile avanzata del cemento è un fenomeno europeo ma per entità degli interventi e durata nel tempo è soprattutto italiano; si progettano infrastrutture, palazzi, strade, capannoni industriali, centri commerciali, il consumo del territorio è un fenomeno preoccupante che riguarda tutta l’Europa; ogni anno oltre mille chilometri quadrati di terreno sono sacrificati in Italia a vantaggio dell’espansione urbana e della costruzione d’infrastrutture.
Modificando le funzioni del suolo si provoca la perdita di terreni fertili e di biodiversità, la frammentazione dei paesaggi e, cosa ancor più grave, una ridotta capacità di assorbire l’acqua con il conseguente rischio d’inondazioni devastanti che, infatti, si ripete sempre più frequentemente e non più’ sporadicamente, come è successo di recente nella nostra regione.


L’agricoltura che è espropriata dei suoi terreni, che sono visti come una risorsa da depredare per consentire a pochi di accrescere le loro rendite immobiliari; è urgente cambiare rotta, soprattutto considerando che le esigenze urbane potrebbero essere soddisfatte con la riqualificazione delle aree in disuso piuttosto che con nuove costruzioni.
È impensabile che nonostante questi allarmi che ci lancia la natura, imperterriti si continui con la cementificazione che riguarda solo l’aspetto economico e non al bene primario delle persone, nel Capoluogo Ligure, si è costruito dove a nostro avviso era impensabile costruire, anche nelle aree esondabili.
Oggi la Liguria deve fare la conta dei danni anche per le  mareggiate,  abbiamo potuto notare le tonnellate di rifiuti che sono finiti sulle spiagge, ricordiamoci che il mare restituisce ciò che riceve.
Che dire poi delle grandi opere come la Gronda di Ponente, opera che porterà solo nuove colate di cemento e ulteriore distruzione del nostro martoriato territorio, si sta discutendo del rigassificatore in area marina protetta. Inoltre si è dato il via ai lavori per la diga (opera più costosa finanziata dal Pnrr), dove sembrerebbe che appalto per la sua costruzione possa finire nel mirino della super Procura Europea.
Basta, fermiamoci fino a che siamo in tempo. Altre sono le priorità. Ricominciamo a sanare le ferite e progettiamo un futuro da consegnare ripulito da ingordigia ed ipocrisia a chi verrò dopo di noi !

Angelo Spanò co-portavoce metropolitano di Europa Verde 

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