Doccia fredda

Depositi chimici, il Ministero della Cultura stronca il progetto: “Anche Sampierdarena va tutelata”

Raffica di osservazioni e richieste di integrazioni: "Gli elaborati progettuali risultano inidonei al rilascio dell’autorizzazione paesaggistica"

depositi chimici

Genova. Nuovo inciampo per il progetto di delocalizzazione nel porto di Sampierdarena dei depositi chimici oggi dislocati a Multedo: in una ampia relazione, il Ministero della Cultura, nella sua direzione generale di archeologia, belle arti e paesaggio, solleva numerose critiche sul progetto presentato da Superba srl per trasferire l’impianto a Ponte Somalia, con svariate lacune che potrebbero portare ad un parere negativo da parte dicastero che si occupa della tutela del patrimonio storico e paesaggistico del paese. Tra tutte la mancanza di una relazione paesaggistica completa di foto-inserimenti del nuovo impianto

Il documento, depositato all’interno della procedura di valutazione di impatto ambientale, nella sua analisi parte dall’elenco di tutti i vincoli e beni tutelati compresi nell’area di intervento, tra cui il Belvedere di Sampierdarena, il Silos Occhetti, l’ex deposito del Sale, oggetto di una recente riqualificazione, la torre del Labirinto, palazzo Pallavicini e ovviamente la Lanterna con la briglia delle fortificazioni.

Al centro dell’opera di analisi e tutela del ministero tutto il quartiere di Sampierdarena, di fatto distante poche decine di metri dalla nuova eventuale sede degli impianti: “In passato è stato un quartiere di estrema bellezza con un patrimonio storico architettonico di grande valore, di cui rimangono molte tracce – si legge nella relazione – Tuttavia, negli ultimi decenni ha subito un processo di grande trasformazione con una continua perdita di identità e valori a causa della progressiva espansione e modifica delle aree portuali, generando in conseguenza una situazione di estremo degrado ambientale e sociale che lo ha declassato a periferia urbana. Le continue trasformazioni alle quali è stata sottoposta l’area hanno inoltre comportato la perdita delle peculiarità della stessa, snaturata da progressivi riempimenti e dalla realizzazione delle infrastrutture portuali, costruite anche a scapito del decoro degli edifici monumentali in essa contenuti, come è tristemente esemplare la situazione della Lanterna, che nonostante il ruolo di faro portuale del capoluogo e simbolo di Genova e della sua vita cittadina nel mondo, si ritrova sempre più allontanata dal mare e decontestualizzata“.

Il documento del ministero torna poi sulla questione legata al riempimento della calata Concenter, vale a dire la residua lingua di mare più prossima alla Lanterna, diventato definitivo con il progetto del tunnel subportuale nonostante il parere negativo della Soprintendenza, espresso già per il piano regolatore portuale del 2000, e oggi ancora vigente . “Era stato altresì richiesto che il Piano  mostrasse più attenzione alla valenza storica del sito e dei Beni Monumentali tenendo conto delle eventuali potenzialità turistiche e più in generale urbanistiche […] Infatti oltre alla Lanterna e alle fortificazioni si deve aggiungere il recente riconoscimento dell’interesse culturale dell’edificio e gli impianti storici della Centrale Termoelettrica e quello per l’edificio della Pietro Chiesa che potrebbero costituire un’importante potenzialità turistico-culturale”.

Una situazione in parte compensata poi dal disegno legato alla riqualificazione che accompagnerà la costruzione del tunnel subportuale:”Dal 2000, nell’area della Lanterna è stata presentata una serie di progetti confluiti nella proposta del “tunnel subportuale” – continua il documento – Il progetto prevede la realizzazione di un parco, denominato Parco della Lanterna per la sua prossimità al monumento a copertura della fitta rete viabilistica e dell’imboccatura del tunnel stesso. Altresì è da ricordare che tra gli interventi in itinere vi sono la realizzazione di un percorso ciclo-pedonale, ovvero un piccolo parco lineare quale filtro verde tra la viabilità di Lungomare Canepa e gli edifici che vi si affacciano (tra cui gli ex Magazzini del sale che diventeranno i nuovi laboratori dell’Accademia Ligustica di Belle Arti) e la riqualificazione di Via Sampierdarena e piazza Monastero che acquisiranno quindi una valenza turistico culturale, oltre che ambientale”.

Interventi e progetti che hanno richiesto e richiederanno milioni di investimenti che potrebbero rischiare di essere inficiati da questo nuovo impianto: “L’attività del nuovo deposito consisterà nello stoccaggio e movimentazione di prodotti liquidi chimici che hanno come principali caratteristiche di rischio l’infiammabilità e la pericolosità per l’ambiente pertanto il progetto in esame risulta soggetto alle disposizioni per il controllo del pericolo di incidenti rilevanti. Tale caratteristica potrebbe influire sulla percezione del luogo e sull’attrattività turistica“.

Inoltre: “La necessità che i serbatoi di stoccaggio posizionati nel corridoio aereo di atterraggio e di decollo dell’aeroporto di Genova- Sestri, siano dedicati esclusivamente allo stoccaggio di prodotti classificati come non pericolosi” ha imposto ai progettisti “una concentrazione di serbatoi con materiale più pericoloso verso monte, maggiormente in prossimità dell’area urbana e degli edifici vincolati“. A questo viene poi aggiunto che “il contesto paesaggistico dell’area di Sampierdarena, che come abbiamo visto risulta di particolare interesse storico-culturale” necessita “della stessa attenzione rispetto all’area attuale a Multedo di Pegli, dove il progetto intende concorrere al risanamento ambientale del Ponente Genovese”.

Le conclusioni del documento sono quindi inevitabili: “In merito alla sussistenza dei presupposti per il contestuale rilascio della necessaria autorizzazione paesaggistica” il ministero conferma “che gli elaborati progettuali non sono sviluppati a un livello tale da consentire la compiuta redazione della relazione paesaggistica e quindi risultano inidonei al rilascio contestuale dell’autorizzazione paesaggistica“.

Per provare a far cambiare idea ai tecnici ministeriali, quindi, la richiesta che viene fatta ai proponenti è quella di integrare la documentazione presentata con una relazione paesaggistica, al momento assente, con una documentazione fotografica adeguata del sito oggi e con i relativi fotoinserimenti dai principali punti di vista (come dalla Lanterna e dai vari belvedere collinari), “un’accurata analisi del contesto che tenga in considerazione gli edifici vincolati, in relazione agli assetti per questi previsti e, in generale, le nuove valenze turistico-culturali che si stanno delineando sia per la formazione del polo culturale Lanterna-Centrale-Termoelettrica-Edificio Pietro Chiesa sia per gli interventi previsti e messi in atto dal Comune di Genova per la rigenerazione del quartiere di Sampierdarena”.

Ma non solo. Il ministero chiede ancora “la definizione di alternative di localizzazione dell’intervento più efficaci al fine di contenere gli impatti dello stesso e le sue ricadute negative su aree di interesse culturale o paesaggistico”, cosa che è stata richiesta formalmente anche dagli uffici tecnici di Regione Liguria, attenendosi alla normativa in materia.

In conclusione, per ribadire il concetto, la dirigenza ministeriale aggiunge una nota che di fatto mette in chiaro la stroncatura del progetto: “si rappresenta fin d’ora la possibilità di parere negativo in assenza della documentazione richiesta o qualora la stessa risulti ancora carente o non dimostri la compatibilità dell’intervento con gli aspetti di competenza di questo Ministero. Si fa presente che a parere di questo Ministero si ritiene che le opere in oggetto, così come proposte, possano causare interferenze negative con le opere di riqualificazione turistica dell’area della Lanterna che si sta perseguendo da tempo nella pianificazione portuale e cittadina”.

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