Operazioni

A Genova 17 migranti arrivati da Gaza con Nave Vulcano, tra loro 13 bambini

Quattro saranno ricoverati all'ospedale Gaslini. Altri 9 con le loro famiglie saranno ospitate dal seminario arcivescovile

Nave Vulcano

La Spezia. Stanno procedendo fortunatamente senza imprevisti le operazioni di sbarco e accoglienza delle 6​2 persone, tra bambini e accompagnatori, provenienti dalla Striscia di Gaza​ – via Egitto – a bordo della Nave Vulcano della Marina Militare​. ​

Dal porto della Spezia, dove la nave è attraccata questa mattina, sono 17 le persone ​destinate al trasporto a Genova, di cui quattro ​piccoli pazienti che necessitano di ricovero​ all’ospedale Gaslini, per un totale di otto persone ospitate ​dalla struttura. ​Il bilancio d​el Gaslini sale quindi a 13​ persone: cinque erano già arrivate il 29 gennaio scorso in un’analoga operazione umanitaria​ avviata dal Governo. ​

La Diocesi di Genova accoglierà 14 persone – due famiglie di cui nove bambini e cinque adulti – tramite la Caritas Diocesana, approntando un’accoglienza temporanea presso il seminario arcivescovile, già attivo in questi mesi nell’Emergenza Freddo per le persone senza dimora.

Nave Vulcano

La Regione Liguria nei giorni scorsi​ si era attivata come cabina di regia insieme all’ospedale Gaslini e a diversi enti del Terzo Settore​ (Comunità di Sant’Egidio, Caritas, Arci e la Federazione delle Chiese evangeliche​) nel trovare una soluzione di vitto e alloggio​, ma anche mediazione culturale e fornitura di beni primari, garantendo ​così un aiuto concreto alle famiglie.​

Altrettanto ​cruciale il contributo del dipartimento della Protezione Civile, che si occuperà​, a sostegno della Croce Rossa​ italiana, del trasporto in sicurezza di 5 persone dalla Liguria verso gli ospedali di Milano per ricevere le cure necessarie.

“La Regione Liguria ha un’organizzazione rodata grazie a Protezione Civile, Terzo Settore e Sanità che, in collaborazione con Arci, Caritas, Federazione Chiese Evangeliche, Sant’Egidio, ha permesso non soltanto di prendersi carico dei piccoli pazienti e dei loro familiari che rimarranno in Liguria, ma anche di garantire i trasporti in sicurezza dei pazienti e dei parenti che andranno negli altri ospedali pediatrici del Paese – commenta l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola – questa è la seconda fase di un percorso iniziato il 29 gennaio con l’arrivo del primo aereo a Ciampino con 5 persone, due mamme e tre bambini, poi trasportati al Gaslini. La terza e ultima fase sarà un nuovo volo in arrivo il 9 febbraio con a bordo 25 persone di cui al momento non è noto quante saranno destinate alla nostra regione. Quel che è certo – prosegue Gratarola – è che la Liguria conferma la propria disponibilità all’accoglienza. Salire a bordo della nave ‘Vulcano’ e incrociare lo sguardo di chi ha visto la guerra da vicino mi ha toccato particolarmente. Metteremo pertanto a disposizione come sempre tutte le migliori professionalità per prenderci cura di loro non solo per lenire le ferite fisiche, ma anche per supportare i traumi psicologici inevitabili in tragedie come quella della guerra”.

​”Stiamo scrivendo una nuova pagina dell’accoglienza nella nostra regione a dimostrazione della disponibilità, e responsabilità, della Liguria nel portare a termine missioni delicate come quella di oggi che ha permesso, oltre al ricovero dei bambini bisognosi di cure, anche il ricongiungimento di alcune famiglie – aggiunge l’assessore al Sociale e Protezione Civile Giacomo Giampedrone -. Enti del Terzo Settore, Protezione Civile e ospedale Gaslini hanno dimostrato ancora una volta di saper fare sistema coordinando i soggetti coinvolti. Regione Liguria ribadisce la sua disponibilità a collaborare con il Governo nella gestione delle emergenze, mettendo in campo le sue competenze e risorse per aiutare chi ha bisogno. Inoltre, oggi non solo stiamo portando a termine le operazioni di accoglienza primaria, ma grazie alla Protezione Civile faremo da filtro nel trasferimento di altrettante persone in Lombardia”.

“Come sempre – commenta monsignor Andrea Parodi, Vicario episcopale per la Carità della Diocesi di Genova – non si tratta solo di mettere a disposizione una stanza o un pasto ma di testimoniare, con il servizio, la presenza e l’accompagnamento, una Chiesa e una città che si prendono cura. Genova si dimostra sempre pronta a rispondere alle tragiche emergenze del nostro tempo, come già per i profughi ucraini, ormai quasi due anni fa. Siamo certi che, ancora una volta, i genovesi e le comunità parrocchiali saranno pronti a cogliere le esigenze che si manifesteranno, specialmente il bisogno dei bambini di curare i traumi della guerra e di ritrovare almeno un po’ della pace perduta.”

“I tempi di questa prima, pronta accoglienza – spiega Giuseppe Armas, direttore della Caritas Diocesana di Genova – saranno oggetto dell’interlocuzione a livello nazionale tra Caritas Italiana e i Ministeri competenti, i quali definiranno le modalità di un successivo inserimento dei nuclei familiari sul territorio. La collaborazione con Regione Liguria, in rete con altre realtà ecclesiali e sociali genovesi, è già segno di questo percorso che ci porterà dall’immediata risposta della Chiesa genovese alla condivisione del tessuto cittadino. La guerra infatti ci riguarda tutti, ci chiede di accogliere ogni vittima e ci interroga, come cristiani e come cittadini, sul mondo che si riarma, sull’industria bellica che si arricchisce, sul ripudio della guerra come strumento di risoluzione dei conflitti.”

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