Genova. In Liguria oltre 27mila imprese, 278mila lavoratori e un valore aggiunto di 13,4 miliardi di euro con un costo del lavoro pari a circa 8 miliardi e mezzo di euro. Sono i dati del censimento permanente delle imprese effettuato dall’Istat e relativo al 2022.
Il monitoraggio tiene in considerazione le imprese con almeno tre addetti (escludendo quindi le microimprese) che dichiarano di partecipare a ciascuna delle 28 filiere osservate nella rilevazione e la loro capacità di influenzare prezzi, quantità e qualità dei prodotti o servizi.
Per quanto riguarda il numero di imprese, su un totale di 27.756 aziende a fare la parte del leone è il settore dei servizi con 14.892 società. Seguono il commercio con 6.539, le costruzioni con 3.056 e l’industria in senso stretto con 3.269.
Anche sul numero di addetti è preponderante l’impatto dei servizi, dove lavorano 145.802 persone. Al secondo posto in questo caso c’è l’industria (54.825) che supera di poco il commercio (52.544), mentre le costruzioni impiegano “solo” 24.937 persone.
La rilevazione del valore aggiunto, però, rovescia la classifica: quello più alto è generato dall’industria con 4 miliardi e 833 milioni di euro, quasi come i servizi che valgono 4 miliardi e 783 milioni. Il commercio produce 2 miliardi e 499 milioni, le costruzioni 1 miliardo e 298 milioni.
Prendendo invece in esame le filiere produttive, quella che vede più imprese coinvolte è l’agroalimentare con 6.235 imprese, seguita dal turismo (4.099) e dall’edilizia (3.752). Come numero di addetti al primo posto c’è sempre l’agroalimentare (52.002 lavoratori), poi il turismo e il tempo libero (45.323) e il trasporto su gomma (27.658), anche se mettendo insieme tutti i trasporti si superano ampiamente i 70mila addetti. La filiera col valore aggiunto più elevato è ancora una volta l’agroalimentare (2 miliardi e 14 milioni) seguita dall’edilizia (1 miliardo e 777 milioni) e dall’energia (1 miliardo e 727 milioni). Anche in questo caso, però, i trasporti nel complesso valgono più di 4 miliardi.