Iniziativa

“Fin troppo pazienti”, la campagna dei RossoVerdi per salvare la sanità pubblica raccoglie migliaia di firme in Liguria

"Siamo dinnanzi al superamento dell'universalismo sanitario a fronte di un sistema selettivo che crea e aumenta le diseguaglianze socio-economiche"

Genova. Sono oltre 4mila le firme raccolte da Alleanza Verdi Sinistra ai banchetti, in giro per Genova e la Liguria, in calce a una petizione che dice no alla privatizzazione della sanità e chiede con forza per la sanità della Liguria più personale, meno liste di attesa e più medicina territoriale.

“Le firme saranno consegnate martedì 14 novembre alle ore 10 nella Sala Pertini del Consiglio Regionale- Assemblea Legislativa – si legge in una nota stampa dei RossoVerdi – La consegna non a caso avverrà alla vigilia della discussione in Consiglio del Piano Sociosanitario regionale; saranno presenti i destinatari, cioè il Presidente del Consiglio Regionale Gianmarco Medusei, il Presidente della Commissione salute e sicurezza sociale, Brunello Brunetto e il Vice presidente della stessa Commissione, Gianni Pastorino”.

“I punti della nostra petizione saranno successivamente illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà nella stessa giornata di martedì alle ore 13,15 nella sala R di via Fieschi, 2 piano, torre B”.

banchetti sinistra italiana

“Il Servizio Sanitario Pubblico Nazionale, istituito con la legge 833/1978, mai completamente realizzato, è entrato in una crisI che corre a velocità impressionante. In dieci anni (2010-2020) in Italia sono stati chiusi 111 ospedali e disattivati 113 pronto soccorso, mentre nelle strutture rimaste attive, i posti letto sono diminuiti di 37mila unità. A livello nazionale sarebbe necessario il reclutamento di 300 mila medici e 250 mila infermieri eliminando di fatto il tetto di assunzioni esistente (previsto dalla L.296/2006). Le lunghe liste d’attesa hanno provocato la perdita di 17 milioni di visite di controllo e la mancata esecuzione di ben 3 milioni di elettrocardiogrammi, nonostante le patologie cardio-vascolari rappresentino la prima causa di mortalità per la popolazione (questa non è diagnosi veloce, anzi). Questo processo di disgregazione del nostro Servizio Sanitario non si arresta e l’emergenza è all’ordine del giorno”.

“Gli interventi del Governo, a partire da i decreti legislativi 502 e 229 (anni ’90), hanno già segnato un preciso indirizzo di aziendalizzazione. Se è necessario contenere gli sprechi è altrettanto necessario non pensare al Servizio Sanitario in ottica di impresa, poichè al centro deve rimanere il cittadino con il suo diritto alla tutela della salute e alla cura della persona.
Il Servizio Sanitario che si delinea è quello in cui il diritto alla salute è legato alla disponibilità economica del singolo, con il ricorso alla sanità privata il cui obiettivo è l’utile di gestione. A quanti asseriscono che in Italia vi sia una spesa pubblica ingente è facilmente dimostrabile il contrario: i dati della spesa sanitaria in rapporto al PIL sono del 6.6%, con una ulteriore flessione prevista al 6,2% per il 2023, mentre in Germania si attesta sul 9.8%, in Francia sul 9,3 % secondo il XVIII rapporto Crea. Siamo dinnanzi al superamento dell’universalismo sanitario a fronte di un sistema selettivo che crea e aumenta le diseguaglianze socio-economiche”.

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