Crisi

Industria, in Liguria perse 200 aziende in un anno. Uliano (Fim Cisl): “Produzioni ferme per i rincari”

I dati delle Camere di commercio: in un anno le imprese attive nel settore sono calate del 2%. A Genova preoccupa il dossier ex Ilva

Genova. In un anno la Liguria ha subito una flessione del 2% delle imprese attive nell’industria, passando dalle 10.194 di marzo 2021 alle 9.993 di marzo 2022, cioè 200 aziende in meno. I dati delle Camere di commercio confermano la crisi del settore, che riguarda soprattutto le aree periferiche della regione (Imperia -4,5%, La Spezia -2,8%, Savona -2,4%) ma anche la provincia di Genova che perde 61 aziende e subisce una contrazione dell’1,1%.

Dobbiamo quindi rassegnarci in prospettiva a una regione deindustrializzata? Secondo Ferdinando Uiliano, segretario nazionale della Fim Cisl intervenuto oggi al consiglio generale ligure a Genova, le ragioni del dato negativo sono legate soprattutto all’attualità: “Siamo in un processo di cambiamento che sta coinvolgendo tutto il Paese – spiega -. Un cambiamento innescato in modo pesante dalla pandemia e recentemente dai rincari sull’energia che stanno aumentando i costi delle imprese. Ci sono aziende che stanno interrompendo la produzione perché non conviene più produrre“.

“Per noi è importante riprendere un cammino significativo rispetto al rilancio industriale del Paese a partire dalle regioni trainanti – prosegue Uliano -. Su queste partite stiamo aprendo confronti col governo, come quello sull’automotive, la siderurgia, settori trainanti come quello di Leonardo. Del resto i dati di produzione a livello generale hanno avuto un miglioramento rispetto al 2020 e 2021, però ci sono preoccupazioni legati al costo delle materie prime e dei prezzi”.

A proposito di automotive, in Liguria non ci sono grandi fabbriche di veicoli ma a pesare sono soprattutto piccole e medie industrie che producono componentistica. Il rischio è che anche queste realtà vengano travolte dallo stop ai motori endotermici previsto nel 2035. “Il tema più pesante rispetto al cambiamento delle motorizzazioni è il rischio occupazionale che si determina scegliendo la tecnologia elettrica che comporta meno lavoratori – riflette Uliano -. Se non si attua una politica per mettere a terra 8 miliardi stanziati dal governo per il settore, un miliardo all’anno, non si aiutano le aziende. Non c’è una linea di indirizzo. Dovremmo tentare di fare un processo di trasformazione che porti nel nostro Paese produzioni che oggi non ci sono per compensare le perdite. Così si salva il settore, se si sta fermi si acquisisce solo il dato negativo”.

A Genova resta aperta la partita ex Ilva dopo la proroga di due anni in vista dell’accordo per far salire lo Stato al 60% di Acciaierie d’Italia. Intanto lo stabilimento di Cornigliano presenta gravi problemi di sicurezza e nessuna certezza sugli investimenti futuri: “Siamo in una condizione pericolosa – conferma Christian Venzano, segretario generale della Fim Cisl Liguria -. Stiamo combattendo tutti i giorni, c’è anche la Asl in azienda che monitora tutto quello che c’è da fare. La proroga? Servono comunque risposte: il 22 giugno avremo un incontro al Mise. Il Governo, che è responsabile della siderurgia nel nostro Paese ed è azionista al 38% di Acciaierie d’Italia, non può comportarsi da spettatore”.

E poi c’è l’incognita sulle aree. Il sindaco Marco Bucci, riconfermato alle ultime elezioni, vorrebbe usarne una parte per il nuovo autoparco a servizio dei camion, rivedendo l’accordo di programma. “Vogliamo vedere qual è il piano industriale per la siderurgia che parla anche di decarbonizzazione e diversi investimenti da fare. Quelle aree sono della siderurgia: prima bisogna vedere il piano industriale, che dia sviluppo e garanzie occupazionali, dopodiché potremo fare dei ragionamenti”, conclude Venzano.

Più informazioni
leggi anche
Incertezza
Ex Ilva, firmata la proroga di due anni all’accordo su Acciaierie d’Italia
Sviluppo economico
Giorgetti ai metalmeccanici: “Lavoriamo su ex Ilva senza strombazzare, incertezze causate da situazione giudiziaria”

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.