Genova. Sempre più persone scelgono la cremazione al momento della morte dei propri cari. Ed è uno dei motivi per cui i cimiteri versano in stato di spaventoso degrado, come denunciato in queste ore da Genova24, poiché sempre più vuoti e abbandonati, con meno risorse da destinare alla manutenzione. A parlare chiaro sono sia i dati di Asef, l’azienda di servizi funebri del Comune che copre circa il 36% delle cerimonie in città, sia i numeri in possesso degli uffici di Tursi che mostrano anche il calo complessivo del numero di concessioni cimiteriali.
Secondo l’indagine di Asef, i genovesi che – in vita per se stessi o per i propri cari estinti – nel 2018 hanno optato per la cremazione sono stati oltre 6253, su un totale di 9289 servizi funebri (67%). Di questi, Asef ha curato 3344 funerali, di cui 2157 sono finiti in cremazione. Vale a dire il 62,4%. I restanti defunti vengono inumati o tumulati in feretri, nei vari cimiteri cittadini (Genova ne conta 35): la sepoltura in terra si è attestata nel 2018 al 22,2% mentre la tumulazione (in tomba di famiglia, colombaro o pavimento) è stata scelta dal 15,4% dei dolenti.
In soli 8 anni l’incremento delle cremazioni è stato, rispetto al numero complessivo di funerali, del 18%. Nel 2010 infatti i funerali furono 9360 e le cremazioni si attestarono al 49 per cento (4589).
I motivi sono soprattutto economici. La concessione per una salma in colombaro parte da 2.672 euro e può arrivare a 5.522 euro per i ‘posti migliori’, quelli al chiuso e in prima fila. Se proprio si volesse risparmiare scegliendo la sepoltura in terra, è molto difficile spendere meno di 3mila euro. Il tutto al netto dei rinnovi e dei servizi accessori scaduto il termine classico dei 40 anni. Una cremazione costa difficilmente più di 700 euro, la concessione di un cinerario dura ben 90 anni e va dai 700 ai 1.100 euro.
Il fatto che i cimiteri contemporaneamente si svuotino è testimoniato dal fatto che il Comune, dal 2014 a questa parte, continua a offrire colombari scaduti e non rinnovati a persone ancora in vita con più di 65 anni. A Staglieno il numero di loculi a disposizione è talmente superiore alle necessità attuali che la ‘promozione’ riguarda il 40% dei posti a disposizione.
“Occorre uno sforzo per riportare i cimiteri ai fasti del passato – commenta Franco Rossetti, amministratore unico di Genova – Asef in due anni ha destinato oltre 600mila euro al Comune, denaro che è stato investito nei cimiteri genovesi. Oggi occorrerebbe avviare tra le parti un confronto sulle tariffe cimiteriali per far sì che i genovesi possano tornare stabilmente, e non solo per la commemorazione dei defunti, in queste importanti strutture cittadine”.